Un elemento fondamentale dello sport, dal punto di vista formativo, è la cultura dell´impegno. Oggi c´è una tendenza a voler cancellare completamente la parola “sforzo” dalla nostra vita.
Tutto dovrebbe essere facile. Si cercano ovunque scorciatoie per raggiungere qualche obiettivo. Pensiamo, ad esempio, a ciò che sta accadendo in una parte del mondo della televisione. Si è diffusa la convinzione che, per lavorare nello spettacolo, sia sufficiente partecipare a un “reality show”, senza studiare seriamente ballo, canto o recitazione.
La cultura dello sport può rappresentare una valida alternativa alla non-cultura del “Voglio tutto e subito, senza sforzarmi”.
Nello sport l´impegno è fondamentale. Per arrivare al traguardo, sono necessari tanto sudore e tanto allenamento. Per questa ragione è importante educare i giovani allo spirito di sacrificio, che può essere trasmesso anche nella vita quotidiana.
L’INCONTRO CON GLI ALTRI
Un secondo aspetto educativo sta nella cultura dell´incontro con gli altri. Oggi, purtroppo, sembra scomparire l´antica cultura del cortile e della piazza, luoghi all´aperto in cui i bambini praticavano tradizionali giochi di gruppo, allegri e creativi (come, ad esempio, una simpatica partita di calcio tra amici).
Questi giochi e sport all´aperto erano parentesi di svago positive, in cui si stava insieme e ci si confrontava l´uno con l´altro. Non rappresentavano soltanto un´occasione di divertimento, ma soprattutto momenti educativi in cui ci si abituava ad agire con correttezza e a rispettare l’avversario.
Oggi, purtroppo, il tempo libero viene utilizzato in modo sempre più solitario e individualista. Per molti giovani, il migliore amico è il computer.
Il computer è sicuramente uno strumento utile, da non demonizzare. Ma ci vuole un giusto equilibrio in tutte le cose. A volte, sono troppe le ore che i ragazzi trascorrono davanti alla freddezza di uno schermo, tra videogiochi, navigazioni su Internet e conversazioni virtuali nelle chat. Un uso esagerato delle “piazze virtuali” (al posto delle piazze vere) rischia di generare un rapporto falsato con la realtà ed un ritardo nella costruzione di autentiche relazioni.
Lo sport è bello perché abitua ad un vero, sincero e genuino contatto con gli altri. In un mondo spesso dominato dagli incontri virtuali, può aiutare a costruire una migliore cultura del rispetto e dell´amicizia.
LA GIOIA ANCHE DI ARRIVARE ULTIMI
Oggi lo sport muove un tale giro di interessi che l´atleta, fin da bambino, si ritrova ad essere al centro di meccanismi inaccettabili. L´imperativo non è più partecipare, ma vincere ad ogni costo.
Particolarmente soffocante è il clima che si è venuto a creare in alcuni ambienti del mondo del calcio (soltanto alcuni, fortunatamente). Un tempo i bambini frequentavano le loro prime squadre con allegria e serenità, per il semplice piacere di stare insieme e giocare una partita.
Oggi non è più così. I piccoli calciatori, dal giorno in cui tirano i primi calci al pallone, hanno già tutti gli occhi puntati addosso. Vivono un´atmosfera di pressione terribile, soprattutto se qualcuno comincia a intravedere la possibilità della nascita di qualche “campioncino”.
Gli allenatori, prima ancora di essere allenatori in campo, dovrebbero esserlo nella vita. Ma, purtroppo, alcuni di loro rischiano di cadere nell´errore di trasmettere agli allievi una mentalità cinica ed arrivista: dai trucchi per ingannare l´arbitro a quelli per innervosire l´avversario.
Non meravigliamoci, poi, se esistono fenomeni tristi come quello del doping. Certe derive sono proprio figlie di questa mentalità scorretta ed anti-sportiva.
È giunto il momento di fare un passo indietro e riuscire a ritrovare il significato più autentico dello sport, come momento di incontro, di dialogo, di respiro gioioso e libero. I giovani hanno il diritto di praticare lo sport serenamente, senza pressioni e senza l´obbligo di diventare campioni ad ogni costo. Hanno il diritto di arrivare ultimi, con gioia, sapendo di aver giocato la loro partita in modo leale e rispettoso dell’avversario.
IL RISPETTO DELLE REGOLE
Lo sport può avere una funzione educativa importante per i ragazzi, abituandoli a rispettare regole e comportamenti precisi. In alcune situazioni del mondo di oggi sembra trionfare la libertà di fare tutto senza pensare troppo agli altri. Pensiamo, ad esempio, ad alcuni episodi di bullismo, di violenza e di vandalismo che hanno riempito le pagine dei giornali.
Certi episodi, ovviamente, non rappresentano lo specchio della gioventù di oggi (che è certamente migliore) ma devono ugualmente farci riflettere. Se i giovani non vengono educati al rispetto delle regole rischiano di finire… in fuori gioco.
Lo sport, con le sue regole, può rappresentare una grande opportunità formativa per i giovani. Li può aiutare a costruire una sana cultura della convivenza e del rispetto degli altri, all’insegna di quella sana cultura del limite che dovrebbe essere alla base di ogni civiltà.
Cari amici vorrei ringraziarvi per aver scelto quest’anno un tema così importante per i nostri ragazzi.
La nostra generazione ha avuto ancora la fortuna di potersi gestire il tempo. Le nostre giornate sembravano più lunghe, passavamo ore ad “annoiarci” e potevamo inventarci giochi e attività. Ricordo le ore passate a scrivere i testi della mie canzoni preferite fermando mille volte il nastro della cassetta. Oggi il tempo non trascorre più come il nastro della cassetta, è veloce come il dito che scorre sulla barra del lettore, tutto finisce in un attimo. I nostri figli hanno poco tempo libero, corrono da un’attività all’altra e consumano il tempo senza viverlo. Avete mai visto un adolescente ascoltare una canzone per più di due minuti?
Non sanno quanto il tempo sia prezioso, perché una volta passato non tornerà più ma anche perché il tempo sa essere un alleato. Quando dobbiamo prepararci per un esame vorremmo ad esempio che il tempo a nostra disposizione fosse infinito; quando ci stiamo divertendo vorremmo che scorresse più lentamente invece diventa velocissimo; quando stiamo male non vediamo l’ora che passi quel momento. Insegniamo quindi ai nostri ragazzi ad usare bene il proprio tempo. Come insegnante ripeto sempre ai miei studenti “datevi tempo” : per imparare serve riflettere sulle cose, far sedimentare i pensieri ed elaborarli. L’improvvisazione è una falsa amica, può funzionare una volta, ma per avere successo serve riflettere, progettare ed elaborare. Non importa quanto tempo duri una prova, per prepararla bene devo investire il mio tempo al meglio. Pensiamo alla durata di una corsa campestre e quanto tempo serve per allenarsi a farla.
A mio figlio ripeto sempre che qualsiasi attività intraprenda deve impiegare il tempo giusto che serve per allenarsi a migliorare, sia nello sport sia per suonare la sua tromba che nello studio. Non mi interessa che sia il più bravo ma che sappia di avere dato il massimo e che non abbia mai il rimpianto di avere solo perso tempo.
Alessandra