QUANTE EMOZIONI CI SONO NEL DISTACCO DA CHI CI VUOLE BENE?
Penso alla rosa e al Principe, e do al loro rapporto un significato un po´ diverso.
Non so perchè, saranno questi giorni particolari in cui ci ritroviamo senza la nostra bimba, sarà che questa storia lascia anche libero sfogo alla meditazione e ai pensieri.
La rosa sono mamma e papà, con i loro petali colorati e dolci ma anche con le loro 4 spine, pronti a “punzecchiare” per aiutare a crescere il bene più grande che la vita ha loro regalato.
Il Piccolo Principe è la nostra bambina, che cresce, e con il dono prezioso della libertà, inizia ad avere voglia di esplorare, capire, posare lo sguardo su tanti altri pianeti, che non sono piu quel piccolo microcosmo, sicuro e tranquillo, su cui è cresciuta.
Allora mette la rosa (mamma e papà) al riparo, la protegge un po´ prima di andarsene, e poi parte.
La rosa rimane li, un po´ triste per la solitudine, ma consapevole del fatto che il Piccolo Principe non le appartiene, perchè lui deve andare a vedere cosa c´è in giro…Ogni tanto torna, preso dalla nostalgia di casa e viene accolto con tutto l´amore del primo suo giorno di vita.
Forse il Piccolo Principe partirà di nuovo, vedrà e capirà altri pianeti, ma la solida rosa radicata al piccolo pianeta lo seguirà da lontano, gioirà e piangerà con lui, e lo accoglierà ogni volta che vorrà tornare.
“SE QUALCUNO AMA UN FIORE, DI CUI ESISTE UN SOLO ESEMPLARE IN MILIONI E MILIONI DI STELLE, QUESTO BASTA A FARLO FELICE QUANDO LO GUARDA” – Cit. Il Piccolo Principe –
Grazie a voi dello staff, perchè ci avete dato la possibilità per la prima volta da quando è nata la nostra bimba, di capire che chi ama, lascia andare.
Daniela e Nicola, mamma e papà di Alice Comunetti
Ecco le mie 3 domande:
-Cosa significa la frase “se si riconosce una pianta cattiva bisogna strapparla subito”?
-Perchè sul pianeta Terra si è soli anche con gli uomini?
-Perchè si conoscono solo le cose che si addomesticano?
Per quanto mi riguarda si conoscono solo le cose che si addomesticano perchè vuol dire aver creato un legame speciale con qualcuno, aver aperto il proprio cuore e la propria mente alla conoscenza reciproca, accettando pregi e difetti.
Ho riletto questo libro ad Alice e Martina e ai miei occhi ha assunto tutto un altro significato rispetto a quando lo lessi da piccola.
L´ho riletto dopo aver superato momenti difficili e dolorosi a cui la vita ti mette alla prova ed aver finalmente ritrovato la felicità e la stabilità grazie alle mie bambine.
Dopo tanti anni ho capito cosa voleva dirmi il piccolo principe..quando si è addomesticati non si puó far a meno di chi ti ha addomesticato, quando perdi qualcuno che ami ne sentirai sempre la mancanza, ma nel contempo ricorderai con un sorriso i momenti felici passati insieme.
Ho capito anche che è inutile possedere cose bellissime, come le stelle per esempio, se non hai nessuno con cui condividerle.
L´essenziale è invisibile agli occhi conta ciò che abbiamo dentro, ció che sentiamo nel nostro profondo più dell´apparenza.
Grazie Alice e Martina per avermi fatto capire tutto ció, senza il vostro amore non avrei davvero compreso cosa significa vedere con il cuore e non con gli occhi.
Mamma Barbara.
Che cosa mi rende felice?
Mi rende felice il saluto dei miei figli appena svegli,il bacio di mio marito al ritorno dal lavoro,le battute di mio papà e le risate di mia mamma.
Mi rende felice cenare in giardino nelle sere d´estate, guardare un film insieme sul divano, andare a mangiare il gelato tutti e cinque in bicicletta, passeggiare nel bosco e fare un pic-nic in mezzo al prato.
Mi rende felice un caffè con un´amica, la telefonata di mia mamma, le chiacchiere e le risate con mio marito alla sera quando tutti i bambini dormono.
Mi rende felice guardare i miei figli mentre giocano, sentire le loro risate, cogliere i loro sguardi d´intesa. Mi rende felice addormentarmi abbracciata a loro, svegliarmi in piena notte e assaporare la profondità del loro respiro. Mi rende felice ascoltare Vasco ad alto volume, esultare per un goal, andare a fare una corsa e godermi la doccia dopo la fatica.
Mi rende felice un disegno regalato, la sincerità di un abbraccio, la dolcezza di un bacio.
Ciò che mi rende felice è la mia semplice, tranquilla ma mai scontata quotidianità.
Per questo motivo non chiedo nulla, semplicemente ringrazio.
Silvia
Al quinto giorno, sempre grazie alla pecora, mi fu svelato questo segreto della vita del piccolo principe.
Mi domando´ bruscamente, senza preamboli, come il frutto di un problema meditato a lungo in silenzio:
“Una pecora se mangia gli arbusti, mangia anche i fiori?”
“Una pecora mangia tutto quello che trova”.
“Anche i fiori che hanno le spine?”
“Si. Anche i fiori che hanno le spine”.
“Ma allora le spine a che cosa servono?”
Non lo sapevo. Ero in quel momento occupatissimo a cercare di svitare un bullone troppo stretto del mio motore. Ero preoccupato perche´ la mia panne cominciava ad apparirmi molto grave e l´acqua da bere che si consumava mi faceva temere il peggio.
“Le spine a che cosa servono?”
Il piccolo principe non rinunciava mai a una domanda che aveva fatta.
Ero irritato per il mio bullone e risposi a casaccio:
“Le spine non servono a niente, e´ pura cattiveria da parte dei fiori”.
“Oh!”
Ma dopo un silenzio mi getto´ in viso con una specie di rancore:
“Non ti credo! I fiori sono deboli. Sono ingenui.
Si rassicurano come possono. Si credono terribili con le loro spine…”
Non risposi. In quel momento mi dicevo:
“Se questo bullone resiste ancora, lo faro´ saltare con un colpo di martello”.
Il piccolo principe disturbo´ di nuovo le mie riflessioni.
“E tu credi, tu, che i fiori…”
“Ma no! Ma no! Non credo niente! Ho risposto una cosa qualsiasi. Mi occupo di cose serie, io!”
Mi guardo´ stupefatto.
“Di cose serie!”
Mi vedeva col martello in mano, le dita nere di sugna, chinato su un oggetto che gli sembrava molto brutto.
“Parli come i grandi!”
Ne ebbi un po´ di vergogna. Ma, senza pieta´, aggiunse:
“Tu confondi tutto… tu mescoli tutto!”
Era veramente irritato. Scuoteva al vento i suoi capelli dorati.
“Io non conosco un pianeta su cui c´e´ un signor Chermisi.
Non ha mai respirato un fiore. Non ha mai guardato una stella.
Non ha mai voluto bene a nessuno. Non fa altro che addizioni.
E tutto il giorno ripete come te: e si gonfia di orgoglio.
Ma non e´ un uomo, e´ un fungo!”
“Che cosa?”
“Un fungo!”
Il piccolo principe adesso era bianco di collera.
“Da migliaia di anni i fiori fabbricano le spine .
Da migliaia di anni le pecore mangiano tuttavia i fiori.
E non e´ una cosa seria cercare di capire perche´ i fiori si danno tanto da fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente?
Non e´ importante la guerra fra le pecore e i fiori?
Non e´ piu´ serio e piu´ importante delle addizioni di un grosso signore rosso?
E se io conosco un fiore unico al mondo, che non esiste da nessuna parte, altro che nel mio pianeta, e che una piccola pecora puo´ distruggere di colpo, cosi´ un mattino, senza rendersi conto di quello che fa, non e´ importante questo!”
Arrossi´, poi riprese:
“Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda.
E lui si dice:
Ma se la pecora mangia il fiore, e´ come se per lui tutto a un tratto, tutte le stelle si spegnessero!
E non e´ importante questo!”
Non pote´ proseguire. Scoppio´ bruscamente in singhiozzi.
Era caduta la notte.
Avevo abbandonato i miei utensili.
Me ne infischiavo del mio martello, del mio bullone, della sete e della morte.
Su di una stella, un pianeta, il mio, la Terra, c´era un piccolo principe da consolare!
Lo presi in braccio. Lo cullai. Gli dicevo:
“Il fiore che tu ami non e´ in pericolo … Disegnero´ una museruola per la tua pecora… e una corazza per il tuo fiore… Io… ”
Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro.
Non sapevo bene come toccarlo, come raggiungerlo…
Il paese delle lacrime e´ cosi´ misterioso.
—
ci sono domande a cui non sappiamo rispondere, nè da bambini nè da adulti e talvolta ciò crea sofferenza e paura sopratutto quando amiamo… allora come consolare noi stessi di fronte all´ignoto?
il timore di perdere chi amiamo ci rende umili, piccoli, ci mostra la dimensione dei nostri desideri.
ma come potrebbe esistere preda senza predatore? vita senza morte? luce senza buio?
più avanti Saint Exupery ci risponde con le parole del fiore stesso che in collera dice addio al piccolo principe
“Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano cosi´ belle. Se no chi verra´ a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i miei artigli”
ecco a cosa servono le “nostre” spine da niente… a farci coraggio e a difenderci come possiamo prima che l´inevitabile giunga senza rendersene conto… perchè la bellezza, l´amicizia, l´amore, valgono la pena di affrontare il dolore: anch´esso è necessario, come potremmo altrimenti riconoscere la gioia?
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“E poi, guarda! Vedi, laggiu´ in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e´ inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e´ triste! Ma tu hai dei capelli color dell´oro. Allora sara´ meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e´ dorato, mi fara´ pensare a te. E amero´ il rumore del vento nel grano…”
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poichè quando chi amiamo è lontano, quando non troviamo risposte è guardandoci nel cuore che troveremo conforto.. d´altronde “l´essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che col cuore”
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E quando l´ora della partenza fu vicina:
“Ah!” disse la volpe, “… piangerò”.
“La colpa e´ tua”, disse il piccolo principe, “io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”
“E´ vero”, disse la volpe.
“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.
“E´ certo”, disse la volpe.
“Ma allora che ci guadagni?”
“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”
Alice (mamma Sofia Zanoli)