Perche?
Perché donare?
(Riflessione nata da una domanda di mia figlia)
Silvia: “Papà, perché doni il sangue?”
Io: “Bella domanda Silvia! Vediamo se riesco a spiegartelo…
Quando ricevi un regalo, sei felice giusto?
Inizialmente sei contenta, il tuo cuore per un attimo scoppia di gioia, ma poi quella felicità si affievolisce, un poco alla volta, e il tuo cuore comincia desiderare qualcosa d’altro.
Quando doni qualcosa e hai la consapevolezza di aiutare qualcuno, il tuo cuore è contento e quella felicità rimane lì più a lungo.
Non cercare la felicità nell´avere, perché essa svanirà in un sospiro, cercala piuttosto nel donare e vedrai che essa rimarrà lì nel tuo cuore… per sempre.”
Perché continuare?
(Riflessione nata con gli atleti a bordo campo, a pochi minuti dal fischio finale, di una partita ormai persa)
Ragazzi: “Perché continui a dirci di placcare?”
Io: Già… perché mai continuare a placcare, a pochi minuti dalla fine, con un risultato ormai ampiamente definito, perché tentare di arginarli? Per quale motivo?
Perché nel nostro logo c’è il 101%? Perché è nella filosofia del rugby? Perché altri che hanno indossato questa maglia lo hanno fatto?
Qual è il motivo vero più profondo?
Credo… perché ogni azione, indipendentemente dal risultato, deve essere vista come una opportunità, un’occasione che ci viene offerta per provare, per imparare, per riuscire a fare meglio di come abbiamo fatto fino ad ora.
Portarlo a terra per dire…
“Ce l’ho fatta, ci sono riuscito, era mio compito fermarlo e l’ho fermato, io… io ne sono capace!”
Ciò che fa di un atleta, un grande atleta, non sono le vittorie, ma la sua capacità di sapersi rialzare dopo ogni caduta, la sua determinazione a continuare a migliorare se stesso.
Perché dunque, continuare a placcare il mio avversario?
Per togliere dal suo volto il sorriso della certezza, infondere nel suo sguardo la paura di non farcela, riempire il mio cuore della consapevolezza che… io posso!
Perché fare?
(Riflessione nata da una domanda di una mamma)
Mamma: “Perché devo continuare a far fare rugby a mio figlio?”
Io: “Fare sport… non vuol dire imparare semplicemente una disciplina, non significa apprendere solo dei movimenti….
Fare sport insegna a prendersi cura del proprio corpo, imparare a superare le delusioni, gestire le proprie emozioni, insegna a diventare parte integrante di un gruppo, a stringere amicizie che durano una vita. Aiuta a comprendere che se voglio raggiungere o fare qualcosa devo impegnarmi, perché nello sport, non è sufficiente chiedere per ottenere, ma devi “lottare” e impegnarti a fondo per conquistartelo. Insegna che l’avversario più difficile da battere non è quello che sta di fronte… ma è se stessi e la vera vittoria, è nel superarsi giorno dopo giorno.
Che importa poi se il gesto tecnico non è proprio da campioni?
Lascia che sia lui a decidere, a trovare la propria strada il proprio sport la propria società…
In qualità di coach non sempre riusciamo a leggere nell’animo di ogni atleta, a trovare la loro personalissima chiave di lettura per motivarli, ma sicuramente ci sarà qualcuno che ci riuscirà. L’importante non è, se farlo o meno smettere di giocare a rugby…
L’importante è non farlo mai smettere di cercare il proprio sport!”
Perché Disentis?
(Riflessione nata… in proprio)
Io: “Perché… non è solo una ‘palestra’ per il corpo, ma è anche una ‘palestra’ per l’anima”.
In una organizzazione formativa a compartimenti stagni come la nostra, scuola con scuola, sport con sport, famiglia con famiglia, oratorio con oratorio ecc…, dove ognuno aggiunge il proprio “blocchetto” formativo all’individuo, nella speranza che si incastri con gli altri e il tutto regga. Diventa sempre più essenziale imparare a rompere gli schemi, i compartimenti stagni, interagendo gli uni con gli altri, mischiando, miscelando le varie proposte, in modo tale che scuola non sia solo palestra per la mente, sport non sia solo palestra per il corpo , famiglia non sia solo palestra per il cuore.
Lo sport, gli hobbies sono una piattaforma privilegiata per far emergere nei nostri ragazzi le proprie eccellenze, le proprie potenzialità trasmettendo loro quelle qualità, quei valori , che gli serviranno per tutta la vita.
In qualità di educatore sportivo ho avuto modo di vedere e operare in altri camp, ma l’alchimia che si genera qui in pochi giorni tra staff, ragazzi e…. genitori, non ha eguali.
Ringrazio mio figlio Federico per avermi dato l’opportunità di conoscere questa realtà, e voi staff, per il lavoro svolto con questi piccoli grandi atleti.
Volete fare la differenza? Voi siete la differenza!
Marco T.
Ciao a tutti! Eccoci qui anche stasera, insieme, sul divano…c´è Disentis: le foto, i video e…il libretto…
Certo il primo pensiero è per il nostro Riccardo che per il terzo anno consecutivo sta vivendo con entusiasmo questa vacanza…cosa ha fatto oggi? sta bene? Si diverte? Certamente sì: è stato in compagnia di altri ragazzi, circondato dalla natura, ha fatto sport e ha condiviso emozioni e pensieri…ha sicuramente avuto una giornata piena e indimenticabile!
Poi un pensiero per voi che siete con lui e fate tutto perché le sue giornate e quelle degli altri ragazzi siano uniche. Grazie per quello che fate perché lo fate veramente con il cuore! Grazie per i momenti di gioia e sport che regalate a nostro figlio e grazie per la vostra mitica palestra dell´anima! Non è facile affrontare alcuni temi con dei bambini ma voi riuscite a rendere semplici anche argomenti che non lo sono affatto…la diversità, il coraggio di affrontare le difficoltà, il rispetto, la gratitudine…
Dai video che avete guardato insieme e dai testi del libretto mi piacerebbe che Riccardo abbia capito che è molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma è difficile far entrare nel cuore chi apparentemente non lo è. E poi c´è un messaggio importantissimo, che avete trasmesso oggi e nei giorni scorsi, cioè quello di credere in sé stessi… quello di non rinunciare mai a raggiungere i propri sogni e obiettivi, anche se sembra tutto difficile o impossibile perché…vola solo chi osa farlo!Ancora grazie!Sonia e Fabio Turetta
Perché dopo 4 anni ancora Disentis?
Siamo partiti che c´erano la Gabbianella e il Gatto e la metafora per noi era azzeccatissima: quante emozioni in quel primo lasciarvi volare da soli…
E ora che siete più grandi? Avete vissuto l´avvicinarsi del giorno della partenza con trepidazione, avete riabbracciato amici con gioia e ci avete salutato sempre con un po´ di amarezza.
E noi continuiamo a seguirvi in serenità attraverso le immagini e i suoni che la tecnologia ci mette a disposizione, in ogni pausa un occhio a WhatsApp, alla ricerca dei vostri volti: ecco ora un tuffo intrepido… ora una campestre trionfale…
Perché Disentis resta una magia vera, che sono sicuro vi accompagnerà per sempre.
Grazie a tutti e un abbraccio anche a Mimmo,
Giancarlo Panella
Buongiorno Staff Disentis!
Apprezzo molto la scelta dei tre personaggi perché dal loro esempio si traggono tre importanti principi di vita:
1. Saper accettare anche di fallire … non si puo’ sempre essere i migliori e cio’ nonostante mai perdere la fiducia in sé stessi e la propria autostima
2. Non arrendersi davanti alle difficoltà. Si possono sempre “inventare” soluzioni diverse per risolvere o superare i problemi
3. Volere è potere… quasi sempre … con un po’ di fortuna … ma l’importante è credere nelle proprie capacità (e riconoscere senza tragedie i propri limiti)…
Grazie e buon proseguimento!
Noris Ciccardi
Mamma di Alida Forastiero
La mia domanda di oggi è :”come fanno certe persone a non morire mai?.la risposta me l ha data con il tempo un amico un collega” l´uomo con le ali”.Le persone come lui non moriranno mai perché hanno dato talmente tanto e a tante persone che nessuno riuscirà a dimenticarlo. Non da subito sono riuscita a capirlo come si fa spesso ci si lascia influenzare dall´apparenza! Lui non era un uomo “Curato” spesso in ufficio arrivava vestito da alpinista con i capelli non tagliati forse da mesi e quella testa sempre fra le nuvole e tu che ci devi lavorare insieme non lo accettavi non capivo era si senza gamba ma doveva lavorare come gli altri!!!! Questi pensieri li avrebbera fatti in molti non dobbiamo nasconderci dietro un dito e io lo ammetto spessi mi ha fatto innervosire. Però con il tempo ho iniziato a capire , anche grazie a lui, chi fosse veramente quest´uomo un po´ “burbero”. Lui mi ha insegnato che nella vita bisogna porsi degli obbiettivi e che niente e nessuno può impediti di compiersi! Il suo obbiettivo era insegnare al mondo,ma soprattutto a se stesso che l essere senza una gamba non lo rendeva diverso dagli altri. L´unica cosa che lui sapeva era non avere tutto il tempo che voleva per raggiungerli! ! Allora quella testa tra le nuvole era volare sui monti e pensare a cobe raggiungere la cima progettare il nuovo viaggi che lo avrebbe spinto ancora una volta al limite.Quei capelli da “leone” erano la dimostrazione di non avere tempo per altro. I vestiti da montagna perché quella era la sua vita lui era quello lui si sentiva completo cosi lui aveva un obbiettivo…..ci aveva scoprime nuovi mondi , era una persona BUONA,GENEROSA, eRa un MAESTRO DI VITA.Lui diceca sempre che avrebbe voluto morire tra le sue montagne e almeno in questo è stato accontentato!!e allora una persona così come fa a morire lui è dentro ad ogni montagna lui è ogni roccia che incontriamo sul nostro cammino lui è uvunque ,ma suprattutto nel cuore di molti!!!!!
Mamma di Francesca Montesanti
Ciao Disentis !
Oggi dopo avere ascoltato e letto le vite dei personaggi del libretto vorrei riflettere, soprattutto con i miei figli, sul fatto che, naturalmente, non tutti nella vita possiamo diventare grandi campioni dello sport, artisti della danza o geni della tecnologia ma possiamo comunque realizzarci ed essere felici e soddisfatti, l´importante è individuare il nostro obiettivo e con determinazione, coraggio, sacrificio e anche fatica, come diceva R. Baggio, fare di tutto per raggiungerlo.
Non sempre si può arrivare primi e non bisogna mai leggere la vittoria di un altro come una nostra sconfitta; magari non vinceremo un premio o una medaglia ma potremo vincere una sfida con noi stessi per avere raggiunto la meta che ci eravamo prefissati.
Per esempio, volete sapere qual´è la vittoria più importante che io ho ottenuto ?
Essere riuscita a diventare la mamma di due meravigliosi bambini ! Non è stato così facile come si potrebbe pensare ma il premio che ho ricevuto ha un valore incommensurabile e a niente paragonabile !!!
Grazie
Mamma di Leonardo e Lorenzo
Ciao a tutti, seguendovi giornalmente vi invidio un po´ perché state trascorrendo una settimana splendida!!!
Godetevela al massimo.
Sono felice che in questi giorni riprendiate il messaggio di Roberto Baggio.
Ricordo una mia vecchia riflessione che e´ sempre attuale e che voglio condividere con voi.
Roberto dice ai giovani, nelle parole che lesse al Festival di Sanremo,…. “E’ fondamentale imparare a vivere credendo in voi stessi. Avere problemi o sbagliare è semplicemente una cosa naturale, è necessario non farsi sconfiggere. La cosa più importante è sentirsi soddisfatti sapendo di aver dato tutto, di aver fatto del proprio meglio, a modo vostro e secondo le vostre capacità”.
Spesso mi sono trovata a condividere queste riflessioni con mio figlio, a volte poco fiducioso nelle sue capacità o rammaricato per certi errori. E´ proprio vero che la cosa importante e´ sentirsi soddisfatti per averci messo tutto l’impegno possibile. Il resto non conta. Non sempre le cose vanno come vorremmo, ma se uno sa di avere dato il massimo, non deve avere rimpianti, si rimboccherà le maniche per fare sempre del suo meglio.
Significativo poi il punto dove Roberto dice di essersi dimesso dalla carica di presidente nazionale del settore tecnico giovanile perché vedeva i suoi obiettivi, i suoi programmi, il suo ideale sportivo mortificato dall’arrivismo, dal successo fine a se stesso, dal pericolo di illudere centinaia e centinaia di ragazzi col rischio di distruggerli come atleti e come uomini……
È´ una gran verità.
Purtroppo accade sempre più spesso anche nelle realtà più piccole: i ragazzi spesso vengono sfruttati all´osso e poi “mollati” e lo sport non e´ piu´ un mezzo per crescere e maturare come uomini, i veri valori non contano più perché sono altri gli ideali da perseguire: il successo fine a se stesso, il ritorno economico, la notorietà…..
Cari ragazzi se ve lo dice uno come Baggio credeteci!!!!!!!
Se sarete voi a decidere ascoltando il vostro cuore, senza lasciarvi influenzare, forse potrete riuscire non solo a realizzarvi pienamente ma, forse, ad iniziare a cambiare la mentalità distorta che spesso va per la maggiore nella nostra società.
E noi genitori……dobbiamo imparare sempre di più a non avere paura che i nostri figli debbano fare sacrifici….. Conquistarsi una cosa aiuta a crescere, ma noi, spesso in buona fede, tentiamo di sollevarli dalla fatica e non è´ giusto. Lavoriamoci su anche noi….. e lo dico per prima a me stessa… accettiamo anche le loro sconfitte sostenendoli sempre ed incoraggiandoli.
Un grazie grande per avere dato anche a noi genitori questi spunti di riflessione. Un abbraccio a tutti.