Un signore che chiedeva a tutti i ragazzi che incontrava: “Cosa vuoi fare da grande?”
Forse lo avete incontrato anche voi questo signore … Magari non lo avete riconosciuto perché travestito da uno dei vostri genitori o nonni o parenti o conoscenti o vicini di casa o insegnanti o allenatori o semplici passanti. “Cosa vuoi fare da grande?” E’ la classica angosciante domanda a cui nessun ragazzo del mondo può sottrarsi. Basta che un bambino venga a tiro di un adulto con cui ha un minimo di legame o confidenza, ma succede anche con estranei, che subito rimane aggredito da questa domanda.
E’ successo sicuramente anche a voi. Provate a pensarci. Se appartenete al club dei ragazzi più svegli, avete liquidato l’interlocutore di turno con l’intelligente risposta: “Non lo so. Non ci ho ancora pensato”. Per la maggior parte dei ragazzi però diventa quasi spontaneo e inevitabile sciorinare progetti al maschile e al femminile: il pompiere, il poliziotto, il pilota (quelli che hanno già le idee chiare specificano se si tratta di aereo, di moto o di formula uno), l’astronauta, il cantante, l’attore, l’ingegnere, il regista, il calciatore, il giocatore di …, l’atleta di …, la parrucchiera, l’estetista, il dottore, il giudice, l’inventore, il pittore, il domatore, l’allevatore di cavalli, la maestra … Mi fermo qui se no non la finiamo più. Continuate mentalmente voi. L’elenco diventa spesso un gioco specie se la buttiamo sul: “Prova tu a indovinare cosa voglio fare da grande”. Però il gioco, onestamente, finisce presto perché dobbiamo fare sul serio. Siamo obbligati veramente a decidere cosa vogliamo fare da grandi. Fino alla seconda media compresa possiamo rimandare. Poi è tutto un prendere decisioni, un chiedere informazioni e consigli, un ribellarsi a quello che i grandi vorrebbero scegliere per noi. E facciamo bene a ribellarci. Bisogna impedire agli altri di decidere per noi. Al massimo è giusto e saggio chiedere consiglio, ascoltare chi ci conosce (insegnanti, allenatori, ecc.) e chi ci vuole veramente bene. Ma l’ultima parola deve essere nostra. A 13 anni si è in grado di prendere decisioni importanti? La domanda sorge spontanea e i dubbi pure. I nostri legislatori hanno detto di sì ed il bello è che hanno quasi ragione. Nel senso che se un ragazzo non vive proprio tra le nuvole o nel mondo fantastico dei videogiochi, dei cartoni animati e dei film di fantascienza, dovrebbe avere di se stesso una qualche, seppur approssimativa conoscenza.
Dovrebbe cioè conoscere i propri talenti, le proprie qualità, le proprie capacità e anche i propri limiti. Dovrebbe essere in grado di distinguere i sogni irrealizzabili, dai desideri legittimi e possibili. Dovrebbe insomma poter dire: “Vorrei diventare …, perché lo voglio e sento di esserne capace. A 13 anni si ha la fortuna di scegliere “in via non definitiva”, perché si ha tutto il tempo di correggere il tiro strada facendo.
Cambiare in questo caso non è sinonimo di resa o di sconfitta, ma di saggezza. Possiamo dirci con onestà: ci ho provato, mi sono impegnato, ma mi sono reso conto che … Ora posso cambiare e scegliere con più cognizione. Questo discorso è valido per tutti i dubbi che sorgono quando si deve scegliere l’indirizzo di scuola superiore. Tipi di licei, di istituti e scuole professionali ce ne sono tanti.
Però anche durante le elementari possiamo essere invitati a scegliere, a prendere delle decisioni. Nella maggior parte dei casi queste scelte riguardano attività che integrano, completano la scuola vera e propria. Le proposte non mancano e arrivano da tutte le parti: dalla scuola stessa, da vari Enti, dal Comune, dalle società sportive, dagli oratori, dai privati. Musica (con tutta la gamma degli strumenti), pittura, ceramica, danza, ginnastica, canottaggio, calcio, judo, tennis, nuoto, pallavolo, pallacanestro, ciclismo e chi ne ha più ne metta.
Tutto non si può fare. L’importante è fare qualcosa che piace, che sia utile per la mente e per il corpo, perché è importantissimo impiegare bene il proprio tempo e fare tesoro di tutte le opportunità che ci si presentano per vivere bene e per sentirci bene. Senza contare l’importanza dello stare insieme, del confronto, della collaborazione.. Anche la scelta di un’attività extrascolastica è una scelta seria, da ponderare bene per non trovare scuse e arrendersi alle prime difficoltà. Esiste un segreto o meglio un criterio scientificamente valido, collaudato per scegliere bene? No! Non è stato ancora inventato. Però … Ci sono alcuni ragazzi fortunati, che già da piccoli hanno le idee chiare su cosa vogliono fare da grandi. Altri lo scoprono lungo il cammino da soli, facendo magari delle correzioni di rotta, come dicevamo sopra o aiutati dai consigli di chi li conosce e li vuole bene. Altri ancora rimandano ogni decisione, si trascinano, si lasciano sopraffare dai dubbi, non ascoltano nessuno. Tu a quale categoria vuoi appartenere?
Noi ti consigliamo di trovare una via di mezzo tra chi ha le idee chiare fin da bambino e chi sa chiedere ed accettare consigli. L’importante è che l’ultima decisione sia fatta con convinzione e scelta personale.
Commenti dei ragazzi:
- Cosa farò da grande? E’ una domanda che tutte le persone del mondo si sono chieste quando erano piccole. Io non so che professione farò da adulta, ma di una cosa sono sicura: ho paura che da grande non realizzerò i miei sogni (quelli che si potrebbero realizzare), ho anche paura di non trovare il lavoro dei miei sogni e sceglierne uno a caso? Peggio essere disoccupata. Per questo spero che prima di essere in terza media abbia le idee chiare. Di una cosa però sono sicura: da grande voglio conservare una parte da bambina in modo da lasciare sempre spazio all’entusiasmo, alla spensieratezza, alla voglia di giocare e al “no-stress”.
- Sinceramente io da grande voglio fare principalmente poche cose, ma per me indispensabili: – laurearmi (se possibile in architettura) – sposarmi (con una persona che mi vuole bene) – avere una famiglia. Ma più di tutto vorrei essere MAMMA; avere la gioia di quando prendi tuo figlio in braccio e ti viene da piangere come se fosse la cosa più bella del mondo (anzi lo è grazie all’amore). Da oggi ho capito che il futuro è una cosa importante e che non va scelto a caso, ma bisogna decidere bene (la famiglia, gli amici, il lavoro che ovviamente vi piace …). Io voglio appartenere alla categoria di mezzo che sta tra chi ha le idee chiare fin da bambino e chi sa chiedere ed accettare consigli. Buona fortuna mi devo dire per il futuro, magari sta andando tutto alla grande, ma ad un certo punto succederà qualcosa che non avevo programmato e dovrò ricominciare la mia tabella mentale. Mi è piaciuto molto la cosa della caraffa con palline da ping-pong, ghiaia, sabbia e acqua. Spero che la mia vita sia piena di palline da ping-pong perché ogni giorno che passa faccio nuove amicizie, che per me sono tutte importanti, imparo cose essenziali sul mondo … e altre che se dovessi descriverle tutte finirei il blocchetto. Per finire alla domanda: ”Cosa farai da grande?” io rispondo così: “Il tempo non va sprecato a fare cose inutili (videogiochi … ecc.), ma a inseguire i propri sogni”. Marta De Bortoli
- Oggi abbiamo fatto il momento formativo al laghetto e devo dire che è bello e rilassante. Io non sono ancora sicura di ciò che voglio fare da grande, però so ciò che mi piace e ciò in cui sono portata. Comunque credo che anche se una persona non è portata per qualcosa possa comunque diventare ciò che vuole, ma nulla è gratis, cioè ci dobbiamo guadagnare quello che vogliamo, sicuramente non sarà facile, ci vorrà fatica, ma se lo vuoi veramente dai il massimo di te e anche se, come dice l’ inno di quest’anno “non è da tutti catturare la vita” tutti ci possono provare e anche se non ci riescono, sanno di averci provato e già questo ti fa sentire bene. Credo che se ti impegni al massimo ce la fai. L’esempio dell’insegnante secondo me, oltre a quello che ha detto Silvano, dice che la nostra vita non è mai piena fino all’orlo, ma resta sempre un po di spazio per le cose belle da vivere ogni giorno. Veronica Pepi
Commenti dello staff:
- Cosa farò da grande? Per tanto tempo nn ho saputo rispondere a questa domanda, avevo diversi interessi, ma non capivo quale potesse essere la mia strada. Di una cosa però ero sicura: volevo a tuti i costi trovare qualcosa che mi rendesse felice. Al termine delle superiori i miei compagni, o quasi, avevano in testa, ed erano certi, l’università da fare, io no. Questo mi rendeva tremendamente triste, ho provato a parlare con i miei genitori, che mi spingevano verso un indirizzo che però non mi piaceva più di tanto. I miei amici ne dicevano un altro e io non sapevo chi ascoltare, finchè un giorno la prof, che per tutto il liceo ho odiato più di tutte, mi chiede se volevo parlare: lei aveva capito che stavo soffrendo. Scambiamo due chiacchiere e mi dice: “ti piace tantissimo la scuola, lo sport, prova con scienze motorie e nel caso cambi, ma secondo me è quello che fa per te”. Dopo grandi lotte in casa perché papà diceva di fare altro, mi iscrivo a scienze motorie, consapevole che il mio interesse per lo sport era grande. Grazie ai tirocini dei primi anni entro nel mondo dell’insegnamento, a scuola e nello sport. Con queste esperienze mi accorgo che in quei momenti passati con i bimbi come voi ero davvero felice, che quindi era quello che avrei voluto fare ogni giorno della mia vita. Ancora oggi ringrazio quella professoressa, ma soprattutto me stessa per averci provato e per non aver dato per scontato quella scelta perché da quella sarebbe dipeso tutto. Quello che voglio dire a tutti voi è di credere in voi stessi, nelle vostre capacità, nelle vostre qualità e nei vostri interessi perché solo così potrete un giorno essere felici. Inoltre vi consiglio di provarci, di sbagliare, di tentarci di nuovo, perché solo così potrete essere sicuri di aver trovato la strada giusta. Non credete a ciò che arriva senza difficoltà perché non è vero come pensate. Chiudo con la frase di un libro che sto leggendo: “Grit is living life like it’s a marathon, not a sprint” che significa che avere grinta è vivere la vita come fosse una maratona, con tutte le difficoltà e gli ostacoli del caso, non come se fosse uno scatto.
La domanda “cosa vuoi fare da grande” tocca a tutti sentirsela fare, anche questa fa parte dei grandi quesiti della vita.Ma chi ha avuto le idee chiare? Perché dovremmo pretenderlo dai nostri figli? Lasciamo loro la possibilità di conoscere, tentare e se necessario di raddrizzare il tiro. Insegniamo loro a vivere a 360 gradi, con il nostro esempio quotidiano. Troveranno la loro strada ognuno con i propri tempi. Si dice che l’esperienza sia un bene non esportabile… quindi permettiamo che ognuno costruisca la propria. L’unico nostro aiuto è il semplice buon esempio. Guardando le bellissime immagini di questa vostra giornata non può sfuggire quanto lavoro, impegno e buona volontà c’è in tutto lo Staff, non è forse questo un modello di comportamento esemplare per i nostri bambini?
Ciao sono una mamma di una bimba che e’ il quarto anno che partecipa a Disentis ,non c’e’ TEMPO investito meglio.In quest’anno di scuola appena passato ha avuto anche lei qualche problema con una bimba un po’ troppo prepotente,sapientina,maleducata e soprattutto troppo avanti x la sua eta’,fino a due giorni prima di partire quando in lacrime e’ tornata dall’oratorio .Fortunatamente e’ una bimba che parla e racconta cio’ che accade cosi, facendo del mio meglio, che non e’ facile io le avevo detto di lasciarla perdere ,se ti cerca dille che devi andare a giocare con altre amiche e che se ti tratta cosi non ti merita e non e’ un’amica, non vuole il tuo bene,ma lei faceva fatica e piangeva perche’ vuole bene a questa bimba.Spero e, sono sicura , che con il vostro momento formativo potra’ ragionare su questa cosa e capire come affrontarla ,anche se cambieremo scuola e non sara’ piu’ con lei ma potrebbero essercene altri.Voi date un grande aiuto ai nostri ragazzi ,trattate argomenti delicati e insieme a noi genitori contribuite a formare dei ragazzi BELLI…..BELLI DENTRO…che di questi tempi non e’ cosa facile,vista la tecnologia che gli blocca le ali….ecc….pero’ io sono convinta che se gli stiamo vicini e gli facciamo affrontare e capire certi argomenti avremo dei grandi ragazzi…..grazie infinite x il vostro aiuto…
È una gioia per noi genitori vedere come si divertono in modo sano i nostri figli…in un posto meraviglioso e con animatori che rendono indimenticabili le loro giornate!! Complimenti…un saluto a tutti!!
Sono entusiasta e non ho rimpianti per la scelta di mia figlia Sofia. Ormai e’ il secondo anno che partecipa a questa fantastica avventura ma percepisco la sua mancanza. Per noi mamme e’ piu’ difficile che per i nostri figli superare la lontananza nonostante siamo consapevoli che vivranno un’esperienza unica per la loro crescita con persone fantastiche che gli daranno emozioni uniche. Il tempo e’ un bene prezioso, se penso che lo sperperiamo davanti a tablet, cellulari e simili senza accorgerci che sta a noi sfruttarlo nel migliore dei modi per renderlo eterno. Dobbiamo essere maestri di vita per i nostri figli insegnando loro con il nostro esempio che il tempo migliore e’ quello trascorso insieme, perche’ il dono piu’ bello che si possa ricevere e’ il tempo delle persone che si amano. Auguro una buona vita a tutti.
Cristina C.
Ho vissuto due tempi….quello della prima settimana e quello della seconda con le mie due figlie. Ognuno di questi con ritmi ed intensità diversi, proprio come i figli che sono talmente unici da non assomigliarsi affatto. Un percorso impegnativo per imparare a rallentare e vivere tutto il mio tempo senza la fretta di tutti i giorni, fretta che sembra quasi diventare la normalità. Senza pensare a ieri e a domani ma fermarmi ad osservare, vivere ed apprezzare l’oggi. Non è stato facile. Lunedì, il giorno dopo la fine del primo turno, il mio tempo con Viola è diventato un tempo diverso, speciale, più consapevole. Una giornata passata con mia figlia che ha fatto la differenza. Ed il tempo è bastato, non è fuggito via come un treno. L’abbiamo vissuto insieme in un modo nuovo. Tra poco arriverà anche la fine del secondo turno, il tempo per riabbracciare mia figlia Beatrice ed un nuovo lunedì che porta con sé una bella lezione di vita per tutti noi e per tutti giorni a venire portandoci nel cuore questa bellissima esperienza. Grazie.
Vera
Quando uno è bambino pensa a cosa farà da grande….ma quando è che una persona diventa grande? Quando ha 18, 25 oppure 40 anni?
il segreto è che….ogni età puoi sempre pensare a cosa farai da grande, pensando, sognando e costruendo quello che sarai tra due, cinque, dieci anni! Per cui è bellissima questa possibilità che ci viene data di sognare sempre, di migliorarci sempre, di essere sempre felici perchè la felicità spesso non è nel raggiungere ciò che si desidera, ma nel gustarsi il viaggio che si fà per raggiungere la meta.
Ed è molto saggio ascoltare vari consigli, soprattutto di persone esperte e di chi ci vuole bene, per poi trovare la nostra personale strada per arrivarci.
Un grazie a tutto lo Staff per il tempo che state dedicando ai nostri ragazzi.
Un caro saluto.
Luca, papà di Sara G.