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QUARTA REGOLA DELLA FELICITÀ:

QUARTA REGOLA: TUTTI POSSONO PORTARE A TERMINE UN COMPITO, ESSERE VINCITORI

Sempre più in alto! 

Ricordatevi delle tacche sul tronco della quercia e non spaventatevi della forma e della robustezza di questo ramo. Ormai avete superato le vertigini.

 

Lily, la puzzola   aveva una vera passione per l’orto. L’aveva ereditata dal nonno. Per lei niente era più importante che coltivare cetrioli, ravanelli, carote, peperoni, piselli, fagioli e lattuga. 

Desiderava tanto avere un pezzettino di terreno tutto per sé, ma la mamma era contraria, non la riteneva ancora capace: “Seminare un orto e coltivarlo significa avere molto tempo a disposizione. E tu non ce l’hai tra scuola, compiti e corso di ginnastica artistica. E poi ci vuole forza, attenzione, costanza e tanto impegno. Prima devi preparare il terreno e spargere il concime, poi piantare i semi e togliere le erbacce. E quando crescono le piantine controllare che non ci siano parassiti ed eliminarli subito con prodotti adatti. Per ultimo è necessario innaffiarle quasi tutti i giorni. Non potrai farcela, andrebbe a finire che dovrei addossarmi io anche questo lavoro”.

Lily non si lasciò convincere da questi ragionamenti e tanto insistette che alla fine la mamma si arrese, ma le propose un compromesso: mettere da parte l’dea troppo impegnativa dell’orto di cereali e verdure e dedicarsi alla coltivazione delle fragole, che esigevano meno cure e alla fine erano anche più gustose.

Lily invece voleva proprio un vero orto e rilanciò una sua controproposta: “Se mi permetterai di avere un orto farò crescere ortaggi e fragole e a te chiederò solo un piccolo aiuto. Te lo prometto, mamma!”.

Come poteva non accontentarla?

La aiutò solo a rastrellare ben bene il terreno e a piantare i semi. A tutto il resto ci pensò veramente da sola Lily. 

Per tutta l’estate innaffiò e tolse le erbacce, sparse il concime adatto, controllò lumache e insetti vari, mise anche un vero spaventapasseri per tenere lontano merli e passerotti.

Le pianticelle di lattuga e di legumi crebbero che era una meraviglia e le fragole rallegrarono l’orto con il loro colore rosso fuoco da far invidia.

Tutta la famiglia partecipò al raccolto e sulla loro tavola non mancarono più verdure fresche e fragole succose.

Lily era al settimo cielo, era riuscita in un’impresa apparentemente superiore alle sue forze. Aveva convinto i suoi genitori che potevano ora avere completa fiducia in lei.

Siamo sicuri che avete capito benissimo che il desiderio di Lily non aveva niente di superficiale, non era simile al capriccio di possedere un nuovo giocattolo. Era la voglia di sentirsi grande, di dimostrare che era capace di assumersi vere responsabilità, di vincere quei limiti che tante volte i genitori, senza rendersene conto, vedono nei figli.

Lily, che può benissimo rappresentare ora tutti noi, ci ha dato una solenne lezione: dobbiamo credere di più in noi stessi.

Chi partecipa al camp sportivo-formativo a Disentis, ha l’obbligo di mettere in pratica, già dal secondo, giorno questa regola.

 

A Disentis non esiste il “Non sono capace, ho paura, non ce la faccio”, ma solo provaci! E sarai felice.

 

E poiché Lily vi ha convinto e noi vi vediamo pronti e capaci di salire sul quinto ramo, vi proponiamo  oggi anche la quinta regola:

Ascolta prima di parlare. Cerca di capire quanto viene detto e poi esprimi con chiarezza e forza la tua opinione. 

Goob, l’orso che abbiamo conosciuto come appassionato studioso e naturalista convinto, aveva smarrito un giorno il suo prezioso retino per le farfalle; era triste e non aveva nessuna voglia di andare a giocare o fare la sua solita passeggiata quotidiana fino al laghetto, L’unico luogo del bosco che lo rilassava e che amava di più.

Jumper il coniglio, che era un grande sportivo e non sapeva stare un minuto fermo, restò malissimo al rifiuto di Goob di correre con lui dietro un pallone. 

Siccome aveva proprio bisogno di un compagno per giocare andò a trovare la topolina Allie. 

La trovò in lacrime e le chiese il motivo.

“Mi malloncino allovessio”, piagnucolò Allie.

“Stavi giocando con un palloncino e si è bucato? Non ti preoccupare te ne compro un altro”. Cercò di consolarla Jumper. 

“Weeeh! Weeeh! Mi malloncino allovessio!”

“Ah, adesso ho capito, riprese Jumper, hai rovesciato fuori dal recinto la sabbia!”.

Il pianto si fece stridulo: “Weeeeeh! Weeeeee! Mi malloncino allovessio!”

“Ci rinuncio, si arrese il coniglio, vieni, andiamo da Lily forse capirà che cosa ti è successo”. Se la mise sulle spalle e andarono a casa di Lily.

Lily salutò i due amici, con il classico: “Tutto bene?”

Allie ricominciò col suo pianto: “Mi malloncino allovessio!”.

“Poverina, esclamò Lily, hai messo il tuo maglioncino al rovescio!”   glielo rivoltò e glielo rimise.

“Come hai fatto a capirla?”.

“Devi ascoltare con il cuore e con gli occhi, non soltanto con le orecchie, rispose Lily, possibile che non ti sei accorto che aveva il maglioncino al rovescio?”.

Poi Jumper, come se avesse avuto un’ispirazione, volle tornare da Goob. Le due amiche lo seguirono. Lo trovarono seduto su un tronco, davanti casa, che guardava nel vuoto.

“Adesso ho capito che sei triste. Che c’è che non va?”

Te l’ho spiegato, rispose Goob, ma tu non ascolti. Ho perso il mio retino per le farfalle. Catturarle, ammirarle e poi liberarle è il mio gioco preferito”.

“Dai andiamo a cercarlo” propose Jumper. “Veniamo anche noi”, disse Lily, e tutti e quattro si addentrarono nel bosco. 

Non trovarono niente.

“Albelo, Lily!, gridò all’improvviso Allie, letino falfalle vitino albelo  Lily!”

“Ho capito, intervenne Jumper, Goob, il tuo retino è vicino alla grande quercia. Andiamo a prenderlo”.

 “Me l’ero dimenticato proprio lì, è vero, ora lo ricordo, disse tutto felice Goob, ma tu come hai fatto a capire quello che diceva Allie?”

“Devi ascoltare con il cuore e con gli occhi, non soltanto con le orecchie”, rispose Yumper ammiccando sorridendo verso Lily.

 

Morale della favola: 

 

Ascoltare è un pregio che pochi hanno. Per parlare con qualcuno, cioè per dialogare è necessario ascoltare e farsi ascoltare. Significa prestare attenzione, non fermarsi alle parole, ma considerare il tono della voce, i movimenti del corpo, l’atteggiamento, le reazioni ai nostri interventi. Solo così si possono intuire i bisogni di chi sta parlando con noi.

Dialogare significa arricchirci reciprocamente di nuove idee, cercare insieme la verità e le soluzioni migliori ai vari problemi che la vita ci impone. 

Certo i grandi non ci sono di esempio al riguardo. Spesso si parlano addosso, non ascoltano le ragioni degli altri, litigano e quando non hanno argomenti per controbattere, sanno solo offendere con le espressioni più volgari. Provate a seguire qualche dibattito televisivo, specie se di argomento politico…

Riflessione ragazzi:

  1. La prima regola di oggi mi ha fatto capire che non dobbiamo mai smettere di inseguire i propri sogni e bisogna fare di tutto per realizzarli. In più ci ha dato la dimostrazione Lily che non ha smesso di credere nel suo sogno guadagnando la fiducia dei suoi genitori. Adesso sto scalando la mia quercia con più fatica dell’inizio, ma non devo dimenticare che ho tutte le tacche e, come ha detto Mimmo, non siamo soli, ci sono tutte le persone che ci vogliono bene e ci sostengono. Disentis è un posto meraviglioso che mi riempie di ispirazioni, soprattutto quest’anno mi porto via tante regole per essere felice che mi aiuteranno a rendere la mia vita migliore perché nessuno è perfetto e magari a ridurre i miei sbagli. Io non mi sarei comportata come Lily, ma avrei mollato alle parole della mamma. Da oggi non commetterò più lo stesso errore, ma non mollerò mai! Non finirò di ringraziarvi per la bella esperienza che ci state facendo vivere. Il nostro inno quest’anno è molto complicato, ma se lo ascolti con il cuore lo capisci di sicuro (Ludovica Serio).

  1. Mi ha colpito molto la frase:” Ascolta con il cuore e gli occhi, non soltanto con le orecchie”, perché inizialmente non avevo capito e mi ero chiesta come si fa ad ascoltare con cuore e con gli occhi; andando avanti con la storia credo di aver capito che intendeva di non passare superficialmente sulle parole, ma di ascoltare con attenzione che parla e osservarlo per capire meglio ciò che ci dice. Se ancora non riusciamo a capire dobbiamo cercare di metterci nei panni di chi parla e non arrenderci, come Jumper ha fatto con Allie, rispondendo:” Non riesco a capire, lasciamo perdere”. Il fatto di esprimere la propria opinione per me è più difficile rispetto a capire quanto viene detto, perché quando mi trovo di fronte persone più grandi di me ho paura di sbagliare a parlare e quindi mi limitano a stare zitta ed ad ascoltare. Ora però ho imparato che devo esprimere la mia opinione e se sbaglio ci sarà qualcuno che mi aiuterà a capire quello che è giusto (Martina Bosetti) .

  1. Secondo me tutti noi stiamo percorrendo benissimo tutti i rami; infatti dal primo siamo arrivati al quarto ramo posto sempre più in alto. Anch’io come Lily sono una bambina che se voglio delle cose come per esempio un cane, una camera tutta mia, ecc. le ottengo. I miei genitori si sono fidati di me quando sto a casa da sola e aiuta il mio fratellino a giocare e disegnare. Lily, non so per voi, ma per me è un grande esempio perché si è dimostrata in grado di avere un orto tutto suo e di curarlo da sola. Anch’io infatti vorrei essere come lei capace di avere quasi tutto e di meritarmelo. Da oggi ho capito che per meritarsi delle cose devi essere bravo e affidabile (Giorgia Bai).

  1. Alcune volte gli adulti ci mettono dei limiti perché ci ritengono troppo piccoli mentre se noi abbiamo un grande desiderio possiamo riuscire a fare grandi cose. La quinta regola è molto importante perché se non viene rispettata si rischia di fare litigi inutili. A me è capitato con una mia amica, non ascoltandoci a vicenda non ci siamo capite e abbiamo litigato senza motivo; capendo però questa cosa appena dopo ci siamo chiarite. Ringrazio tutti voi per avermi fatto capire il significato delle bellissime parole della canzone Cinzia Signorini) .

  1. Per me questo libretto ti insegna non solo la felicità, ma anche come comportarsi nella vita. Quindi voglio ringraziare tutto lo staff per il libretto che a me sta piacendo e incuriosendo sempre di più. Riguardo alla quinta regola rispondo che è giusto che quando uno parla gli altri non devono parlargli sopra perché se no non si capisce niente. A me capita spesso che quando parlo i miei fratelli mi interrompono e questo mi da molto fastidio, poi mia mamma o mio papà intervengono e mi aiutano a finire la frase (Isabella Zago).

  1. Oggi ho imparato una lezione: io voglio tanto un cane, ma i miei genitori dicono che è troppo impegnativo; appena tornerò a casa cercherò di dimostrare che ce la posso fare. Io ho due sorelline gemelle, da piccolo nessuno le capiva e riconoscere io si e anche adesso quasi nessuno le riconosce. A me è piaciuto il fatto che Jumper ha insegnato Goob la lezione che lui stesso aveva imparato qualche ora prima (Samuele Bergamaschi).

  1. Finalmente ho superato le vertigini, sono stanco e mi sudano le mani, ma con tutte le mie forze e con tutte queste tacche ce la farò. Lily è stata molto saggia e ora ho capito che basta un piccolo aiuto e tanta forza di volontà a dimostrare che nulla è impossibile (Edoardo Ponzellini).

  1. A me la storia è servita molto perché mi ha fatto capire che se ho un obiettivo o una passione grande nella mia vita devo cercare di realizzarla e far capire che sono in grado di farcela. Quasi un anno fa volevo tanto un animale, ma la mamma diceva che era un impegno troppo grosso e in più abitavamo in un appartamento. Gli ho detto che potevamo prendere non per forza un animale grosso tipo cane, ma anche un coniglio o un criceto. La mamma ha accettato, ma prima dovevamo dimostrarle che eravamo capaci. Allora abbiamo deciso di fare pratica con il cricetino della zia. Così tutti i sabati o quasi andavamo dalla zia e dopo qualche mese che facevamo questa cosa la mamma ci ha portato a prendere un cricetino (Lorenzo Capria).

  1. Oggi ho capito che posso anch’io portare a termine un compito. Vorrei essere come Lily, ma ogni volta che ci provo non ci riesco. Ormai, visto che ho capito che devo sempre andare avanti sono salita sul quarto ramo, sulla quarta tacca e voglio portare a termine almeno questo compito: diventare una famosa giocatrice di basket. Voglio portare a termine anche un altro compito: riuscire a fare la ruota. Ieri col mio gruppo ho fatto arrampicata; prima avevo paura poi ci sono riuscita. Evviva! E’ questo che mi rende felice. Ho imparato anche ad ascoltare e capire bene gli altri quando parlano (Nicole Algisi).