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QUARTA TAPPA

CAPIRE QUAL’ÈLO SCOPO SUPREMO DELLA VITA

Il sentiero ora diventa sempre più ripido e faticoso. Il consiglio è di affrontarlo a gruppo compatto, con passo costante e pronti ad aiutare chi è in difficoltà. Se lo faremo con lo spirito giusto e con la massima collaborazione, ci porterà alla cima della montagna della Felicità.

Lo scopo supremo della vita ce lo ha indicato Gesù nel comandamento che più ci riguarda da vicino: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

 

Per essere felici bisogna imparare ad amare.

Si comincia con l’essere gentili, disponibili, col fare qualcosa di utile per gli altri nella quotidianità, per chi vive accanto a noi, per chi incontriamo a scuola, in oratorio, sui campi e nelle palestre.

Senza accorgercene poi, sarà naturale per il nostro cuore e la nostra mente, avere lo stesso atteggiamento verso tutti gli uomini.

Saremo capaci di sacrificarci per gli altri nella certezza che, se cerchiamo di migliorare la vita degli altri, miglioriamo indirettamente anche la nostra.

Parlando dell’autostima nella prima tappa, abbiamo spiegato quanto è importante amare noi stessi.

Proviamo ora a capire chi è il nostro prossimo e in che modo e fino a che punto dobbiamo amarlo.

Ricorriamo alla risposta che Gesù diede ad un dottore della legge che gli domandava, provocatoriamente o forse anche sinceramente: “Chi è il mio prossimo?” Gesù rispose con una delle più belle e intense delle sue parabole, quella del “Buon Samaritano”.

“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e si imbatté nei ladri i quali, spogliatolo e ricoprendolo di piaghe, si allontanarono lasciandolo mezzo morto. Ora un sacerdote che per caso scendeva per quella stessa via, vistolo, passò oltre. Così pure un levita, giunto nelle vicinanze e vistolo, passò oltre. Ma un samaritano che era in viaggio venne presso di lui e, vistolo, ne ebbe compassione. Avvicinatosi fasciò le sue ferite versandovi olio e vino poi, fattolo salire sulla propria cavalcatura lo condusse ad un albergo e si prese cura di lui. All’indomani, presi due denari li diede all’albergatore e disse: “Prenditi cura di lui e quanto spenderai in sovrappiù, al mio ritorno, te lo renderò”. Chi di questi tre ti sembra essere stato prossimo di colui che cadde nelle mani dei ladri?”

Egli rispose: “Quello che ebbe compassione di lui”.

E Gesù gli disse: “Va’ e fa’ anche tu lo stesso”. 

Il prossimo quindi è chi ha bisogno di aiuto e l’aiuto lo offriamo prestando vera attenzione a quello che succede alle persone che incontriamo sul nostro cammino. Non basta vederle. Anche il sacerdote e il levita avevano visto quel pover’uomo massacrato dai ladri, ma solo con gli occhi, il loro cuore era rimasto completamente al buio.

“Amore” … E’ la parola più usata e più abusata.

La adoperiamo nei rapporti quotidiani con familiari, amici e conoscenti.

L’amore è il sentimento più ricorrente, celebrato, cercato, sognato e rimpianto nella letteratura, nel cinema, nella musica, nella pittura e in tutte le forme dell’arte.

Ma è anche il più strumentalizzato e il più offeso con i vari distinguo, i se, i purché, e i ma.

E peggio ancora con i “ti amo a condizione che …”.

È il più soggetto a giuramenti solenni, ma anche ai tradimenti più meschini.

Il più soggetto alle circostanze, il più logorato dal tempo.

Amare significa riconoscere in tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri.

Significa accogliere, fare posto, “aggiungere un posto a tavola”.

Ogni ragazzo che chiede di entrare nel nostro gruppo, nella nostra squadra è una ricchezza per tutto il gruppo.

Amare significa abbattere tutti i muri dell’egoismo.

Per Gesù l’amore deve oltrepassare ogni limite umano; deve superare bisogni e istinti naturali per essere vero amore.

Deve diventare compassione, condivisione, altruismo, sacrificio per il bene degli altri.

L’amore guarda l’uomo nel suo intimo, sa capire situazioni e condizionamenti, comprende debolezze e trasgressioni, aiuta a rialzarsi, crede nella volontà del riscatto.

L’amore deve essere sincero e disinteressato.

L’amore-carità non è spontaneo, è una virtù che mette alla prova il naturale egoismo dell’animo umano. 

Quando l’amore comincia a mettere radici, quando smette di essere uno sforzo, nasce la felicità.

Ricordiamoci che noi saremo giudicati sull’amore, su quello che per amore siamo stati capaci di fare. “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

E quando i giusti che non hanno mai incontrato Gesù si meravigliano delle sue parole, lui risponde così: “In verità vi dico: tutto quello che avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Matteo 25,34-40).

Gesù sconvolgendo ogni dottrina a lui precedente e ogni legge umana arriva a chiedere ai suoi seguaci di amare anche i nemici.

Riflessione ragazzi

  1. L’amore per me è felicità. Come disse Gesù:” Ama il prossimo tuo come te stesso”. Per amare devi essere gentile, paziente, disponibile e fare qualcosa di utile. Amare vuol dire far prevalere il bene sul male, bisogna amare anche i nemici. Per amarci dobbiamo essere compatti e lavorare di squadra. Il nostro sentiero finirà con la giusta pazienza e la giusta felicità. Puoi anche amare una sola persona, ma basta che la ami, Con le persone che ti stanno attorno comportati bene e vedrai che se sarai triste ti ritornerà l’amore per la felicità (Leonardo Bay) .

  1. Per me l’amore è quando senti che se non avessi quella cosa/persona la tua vita cambierebbe, quando senti che la tua vita dipende da un’altra persona, o come grazie ad una persona conosciuta anche per caso, la tua vita cambia. In questa esperienza a Disentis ho trovato amore nel fare lo sport che più mi piace con i miei amici. Secondo me anche lo staff prova amore in quello che fa, quindi secondo me non dobbiamo smettere di fare ciò che ci piace e se qualcuno ce lo impone dobbiamo capire che lo fa per amore (Milani Edoardo).

  1. L’amore lo provi quando vieni aiutato o aiuti gli altri e ti senti felice quando fai un buon gesto nei confronti degli altri (Macchi Federico).

  1. Che cos’è l’amore? E’ un sentimento molto bello, ma alcune persone certe volte lo usano come ricatto o non lo usano nei momenti più adatti della propria vita. L’amore è facile averlo, ma è più difficile scambiarlo con le altre persone a cui vuoi bene (Veronica Zanovello).

  1. Oggi abbiamo parlato di cosa vuol dire amare e per me vuol dire voler bene a una persona, Io vorrei migliorare il mio carattere perché alcune volte sono scontrosa con gli altri. Invece se vedo qualcuno in strada senza cibo e senza casa mi fa un po pena è vorrei aiutarlo. Però il mondo è pieno di queste persone e quindi non si possono salvare tutti e questo mi dispiace. Qui a Disentis mi sto divertendo un sacco e ho anche imparato dei gesti che mi aiuteranno in futuro, però la settimana è già finita, ma l’anno prossimo ritornerò per imparare cose nuove (Nicolò Rinaldi).

  1. La parola amare si può tradurre in tanti modi diversi, ma per amare devi sempre dare qualcosa, non devi mai tenere tutto per te, altrimenti rischi di rimanere solo e non sarebbe una bella cosa. Se trovi qualcuno in difficoltà è meglio aiutarlo cosi si è felici entrambi (Kejsi Vogi).