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PRIMA TAPPA

LA GRANDE MONTAGNA DELLA FELICITÀ

Immaginiamo di avere davanti a noi una grande montagna: la grande montagna della “Felicità”.

Prepariamoci a scalarla. I vecchi sono già ben allenati. Nei nuovi intravediamo quella forte volontà che è garanzia di riuscita.

 

Si tratta di una montagna molto alta, con passaggi difficili, ma non impossibili, se si affrontano con coraggio, costanza, spirito di sacrificio, fiducia nelle nostre forze, ma anche e soprattutto disposti a dare e ricevere aiuto dai nostri compagni di scalata.

Lungo il cammino troveremo sentieri e passaggi che dovremo percorrere necessariamente da soli. Altri potremo farli insieme.

La cima, per la difficoltà del percorso, si può raggiungere solo a tappe.

Ogni tappa rappresenta un punto di arrivo e un punto di partenza, una conquista importante, una qualità o virtù da fare nostra e che costituirà, tappa dopo tappa, tutto ciò che è necessario per vivere felici.

Quando, al termine della nostra fatica, guarderemo dall’alto il cammino percorso, le difficoltà superate e ripenseremo agli aiuti ricevuti e dati, saremo persone diverse, ci sentiremo soddisfatti, staremo bene e saremo felici. Per quanto possibile e nei limiti della natura umana.

 

Partiamo!

Tre Maestri di vita, per incoraggiarci, ci regalano tre perle di saggezza:

La prima è un augurio:

Buddha: “Siano felici tutti gli esseri, già nati o che attendano di nascere, siano tutti gli esseri di animo lieto”.

La seconda e la terza ci dicono come dare un valore grande alla nostra vita.

Socrate: “Non il vivere è da tenere nel più alto conto, ma il vivere bene”.

Gesù; “Si è più beati nel dare che nel ricevere”.

La nostra prima tappa si chiama AUTOSTIMA cioè IO VALGO.

Io valgo, tu vali, noi valiamo … Non ne sei convinto?

Pensiamo allora a quante persone si occupano e fanno sacrifici per noi. limitiamoci a ricordare i più importanti: genitori, nonni, insegnanti, mister. E non una volta ogni tanto, ma tutti i giorni, in una gara di generosità e dedizione, dandosi i turni nei vari luoghi in cui viviamo e svolgiamo le nostre attività.

Lo fanno perché ci vogliono bene, perché sanno quanto siamo preziosi, perché ci tengono a darci una vita serena.

Che dire del bene che ci vuole Dio e di quanto valiamo ai suoi occhi?

C’è un inno, che si canta spesso nelle nostre chiese la domenica, che esprime benissimo quanto sia grande il nostro valore e come sia doveroso per noi il compito di fare tutto il possibile per non offuscarlo.

Le parole sono tratte dal salmo 8 sono:

“Se guardo il cielo, la luna e le stelle

Opere che Tu con le dita hai modellato,

cosa è perché te ne curi, che cosa è

perché te ne ricordi, l’uomo, l’uomo, l’uomo?

Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli;

di gloria e di onore lo hai coronato,

gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,

su tutte le cose che tu avevi creato:

gli uccelli del cielo, i pesci del mare,

le greggi e gli armenti, gli animali della campagna”.

Molti ragazzi, molti giovani e anche molti adulti, non si vogliono bene, non hanno amor proprio, non sanno difendere la loro dignità.

Dobbiamo convincerci che l’autostima si raggiunge solo se si hanno obiettivi e progetti per la nostra vita e se si è consapevoli di aver fatto tutto ciò che era nelle proprie possibilità per realizzarli.

Non si può vivere alla giornata, aspettando quel che succede o peggio affidando agli altri di gestire la nostra vita.

L’autostima si costruisce fin da bambini e con impegno costante, senza pause o almeno senza lunghe pause. È un lavoro su noi stessi che deve durare in pratica per tutta la vita.

L’autostima è fatta di fiducia da dare e da ricevere e, per i più giovani di voi, deve essere irrobustita dalle iniezioni di incoraggiamento da parte degli adulti, per ogni, anche se piccolo, progresso.

L’autostima si fonda sulla conoscenza e il riconoscimento dei nostri talenti e dei nostri limiti.

Sappiamo come siamo fatti e di cosa siamo capaci. Non troviamo scuse. Tutti abbiamo ricevuto fin dalla nascita dei talenti; ce ne rendiamo conto crescendo.

Alcuni ne hanno avuti tanti, altri magari uno solo. Ma anche se ne abbiamo ricevuto uno solo (ricordiamoci la bellissima parabola del Vangelo) abbiamo il dovere di farlo fruttare, anzi di raddoppiarlo altrimenti saremo privati anche di quell’uno.

E insieme ai talenti abbiamo i nostri limiti, che dobbiamo riconoscere e accettare. Non possiamo saper far tutto.

Accettarli non significa subirli, ma circoscriverli, metterli in un recinto, per non permettere loro di essere di impedimento al raggiungimento dei nostri grandi progetti e sogni di vita.

Ricordiamoci dei personaggi che abbiamo citato ieri.

Tutti sono convinti e in particolare quelli che hanno subito, per disgrazia o per nascita, una menomazione fisica, che non dobbiamo porre limiti a noi stessi e nemmeno farceli imporre dagli altri. Dobbiamo fare di tutto per superarli e mai usarli come alibi alla nostra mancanza di volontà.

Per noi a Disentis non esiste il: “Non sono capace. Non ci riesco”. Chiedetelo ai vecchi. E chiedete anche quanto grande è stata la loro soddisfazione quando hanno superato una prova o quello che credevano un ostacolo insormontabile.

Senza autostima non si può prendere nessuna iniziativa, svolgere un compito, sentirsi responsabili delle proprie azioni.

Senza autostima non possiamo occuparci degli altri proprio perché non sappiamo occuparci di noi stessi.

Come possiamo fare del bene agli altri, se non stiamo bene con noi stessi?

Non possiamo voler bene agli altri se non vogliamo bene nemmeno a noi stessi.

Solo quando saremo artefici delle nostre azioni, diventeremo delle persone migliori.

Ricordiamoci che non importa quello che la gente dice di noi.

Importa quello che noi pensiamo di noi stessi.

Se crediamo che sia giusto quello che stiamo facendo, non preoccupiamoci del giudizio degli altri. Non cadiamo mai nella debolezza di misurare la nostra. Ci rendiamo conto che per i più giovani di voi quello che abbiamo detto può risultare difficile.

Proviamo a tradurlo nella realtà quotidiana. Facciamo questi due esercizi.

Primo esercizio sull’Io Valgo!

Dobbiamo dircelo tutti i giorni, appena svegli e prima di affrontare la nostra giornata. Diciamocelo e a voce alta, perché è meglio che ci sentano tutti: Io valgo!”

Diciamocelo la sera prima di addormentarci: “Io valgo!”

Urliamolo senza paura, anche se abbiamo fatto qualche errore.

Secondo esercizio sull’Io valgo!

La sera, dopo aver urlato il nostro valore, dobbiamo farci questa semplice e secca domanda: “Perché?”

La nostra risposta deve essere assolutamente sincera e deve comprendere tutte le cose belle, anche quelle più insignificanti, che siamo riusciti a fare durante la giornata. Facciamolo per settori, ambienti, persone e tipo di azioni.

Dopo l’elenco delle cose belle, con altrettanta sincerità, facciamo quello delle sconfitte e degli errori, sottolineando quelli che potevamo evitare e che ci proponiamo di correggere in futuro.

Ricordiamoci che dalle sconfitte e dagli errori, una volta riconosciuti e corretti, si può far crescere la nostra autostima più che con le vittorie.

Questo esercizio vale per tutte le età e per tutti i ruoli. Vale per noi dello staff, per i mister, gli insegnanti, i genitori e perfino per i nonni.

Attenzione però a non confondere l’autostima e l’io valgo con il: “io sono il più bravo, il più bello, il più intelligente, il più forte, ecc., ecc.” Quella è presunzione ed egocentrismo, difetti che portano alla solitudine. Ricordatevi il racconto del ragazzo che si credeva il padrone del mondo che abbiamo letto lo scorso anno.

Riflessioni dei ragazzi

  1. Io valgo, che strano dirsi questa semplice parola che in un solo momento può renderci felici, sicuri e fiduciosi in noi stessi. Molte volte lo diamo per scontato o addirittura ci vergognamo a dirlo, ma alcune volte un po di autostima non fa male a nessuno. Bisogna stare attenti però a non esagerare, perché così possiamo sembrare eccentrici o pensare di essere superiore agli altri. Con il tempo si impara ad accettarsi ed è proprio questo il nostro obiettivo, perché ci sarà sempre qualcuno che ci giudicherà per il nostro essere. Nessuno e perfetto, anzi, siamo tutti perfetti senza escludere nessuno. Non ci servono degli occhi azzurri o dei capelli biondi per essere accettati, perciò io valgo e ogni volta che mi sentirò giù ripeterò e ripeterò mille volte questa frase. Io valgo!!! (Sara Simonetta). 

  1. Tute le persone valgono, a prescindere dalla famiglia da cui provengono, dalla loro religione, dai loro amici. Tutti valgono e hanno un posto nel mondo, ovviamente bisogna raggiungere quel posto. Molte persone ci sono arrivate tramite la fantasia (pensiamo a Steve Jobs), la speranza della pace nel mondo (Gandhi o Nelson Mandela), la speranza di un futuro con tutte le persone con gli stessi diritti (Martin Luther King), la saggezza (Socrate), l’intelligenza (Edison e Einstein). Loro hanno trovato un posto nel mondo, ma anche noi saremo i futuri Mendel, Mozart e Marie Curie, noi diventeremo delle persone uniche, solo se però crediamo in noi stessi e nelle nostre capacità (Giorgia Gallo).

  1. Spesso mi capita di guardarmi dentro e riflettere su chi sono, se sono felice, se sbaglio ecc… Molte volte mi deludo perché penso di sprecare molto tempo, ma solo ora ho capito che non è così. Anche i piccoli gesti o  le azioni scontate, scontate dal mio punto di vista, sono in realtà più importanti di quanto io possa credere e ora che ci penso, si, sono fiero di dire che io valgo, però a una condizione: non abbandonare mai l’umiltà che possiedo (Matteo Albizzati) .

  1. Io valgo perché riesco a superare i miei limiti, ma riesco anche a riconoscerli, anche se a volte io dico:” Non ci riuscirò mai, non sono capace”, ma la maggior parte delle volte ci riesco. Io valgo anche perché non mi credo il più bravo, il più intelligente, ma dico spesso che non sono molto bravo a fare qualcosa, anche se mi impegno al massimo. Io valgo anche perché conosco le mie abilità ed ho un po di autostima verso di me, ma anche verso gli altri. Io li incoraggio a superare i loro limiti e li aiuto e poi loro ricambiano (Patrizio Ottimo).

  1. La felicità è una delle montagne più alte da scalare, ma per scalarla non servono ramponi e piccozze, ma essere determinati ed avere ottimi amici. Per scalarla è molto importante comprendere i propri limiti e non esagerare, se no finisci per cadere e non voler più intraprendere la strada perché ti sei fatto troppo male. E’ anche importante però riuscire a rialzarsi sempre, perché gli errori li commettono tutti (Lorenzo Leone).

  1. “I limiti come le paure sono solo una illusione”, questa è la frase di Michael Jordan che mi ha colpito di più e che mi ha fatto più riflettere. Tante volte ci capita di dire non ci riesco, ma non è vero, perché con dedizione e caparbietà tutto si può fare, non c’è nulla di impossibile. Certo magari ci si arriva con fatica. Questo non importa, quello che importa è arrivarci in qualunque modo per dire ce l’ho fatta e esserne felice. In questo modo si diventa persone migliori, non credendosi però più forti, più belli degli altri, perchè questo porta a essere arroganti e magari ad essere emarginati. E’ molto più importante non arrendersi mai e arrivare al proprio obiettivo di vita qualunque esso sia (Jacopo Tinelli).

  1. Quale conquista importante, quale fatica, quale soddisfazione mi farà dire, mi farà urlare:” Io valgo!?”. La mia forza di volontà sarà sicuramente la mia garanzia di riuscita; e sarà una riuscita vincente, perché la fiducia può aiutare a trovare la felicità. Ma in chi o in che cosa mi posso attaccare o di chi mi posso fidare? Sicuramente negli altri, nel prossimo, nelle persone che so che mi possono aiutare, ma soprattutto in me stessa. Seguendo i consigli e gli incoraggiamenti che abbiamo letto ho riconosciuto i valori grandi della vita. “Io valgo!”. Non è più una domanda, ma un’affermazione lapidaria che deve essere incisa nel cuore di ognuno di noi. “eppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato”. In queste parole può nascere la mia autostima che si fonda sulla conoscenza e nel riconoscimento dei miei valori e dei miei limiti. Ma questa mia autostima non deve trasformarsi in presunzione, che macchia solamente l’anima delle persone. E con questo mio grido:” Io voglio” affronterò le mie paure, i miei dolori, le speranze, le angosce e la mia stessa vita senza preoccuparmi del giudizio degli altri, facendo valere solo il mio:” Io voglio”  (Maria Bernadette Snider).