SIMBA DIVENTERÀ UN GRANDE RE
Il protagonista di oggi è Simba, destinato ad essere re, ma è ancora cucciolo; ha quasi la stessa età di molti di voi.
E come molti di voi, anzi come tutti i ragazzi, è pieno di vita, di voglia di conoscere, di scoprire, di conquistare spazi, provare emozioni, di confrontarsi, di osare, di oltrepassare i confini che l’amore di chi ci vuole bene spesso vuole imporci.
Simba aveva ascoltato con molta attenzione i consigli del padre e anche le proibizioni che limitavano la sua libertà di movimento.
Aveva promesso di osservarli … Poi era bastato uno Scar qualunque a fargli dimenticare tutto e a ridurre ogni resistenza, per lasciare spazio alla curiosità, al “che male c’è; tanto vado a vedere cosa si nasconde in quell’ombra della savana e torno. Vado con qualche amico così non sono solo”.
Simba ha pensato e fatto esattamente così, compreso il coinvolgimento della sua amica Nala. Era attratto da quel luogo segreto con un nome tanto lugubre di “cimitero degli elefanti”.
Sono andati i due cuccioli e … in quella zona d’ombra hanno trovato le iene.
Sappiamo come sarebbe andato a finire se non fosse intervenuto il padre Mufasa.
Riprendiamo le riflessioni finali del primo giorno.
Vi invitiamo ad analizzare con sincerità il vostro comportamento di fronte ai no secchi dei vostri genitori o ai semplici ragionevoli limiti di orario, di permessi, di uscite, di compere ecc.
Molti di voi sono in piena fase di ribellione e di contestazione generale.
Ai più piccoli chiediamo di non considerare esagerate le considerazioni che facciamo per i più grandi e di ricordarle fra qualche anno.
Nell’età della ribellione la famiglia entra in crisi e le tensioni di poco conto e rare diventano quotidiane e forti.
Sorgono dubbi nei genitori su come comportarsi. Sì, lo confessiamo candidamente: noi adulti non sappiamo come comportarci e, nel dubbio, c’è chi cede per amore di pace e chi rimane rigido nelle sue posizioni. Chi crede che sia giusto concedere fiducia al figlio/a e chi fa il classico distinguo: “Io ho fiducia in te, ma non negli altri”.
Già gli altri … che poi rientra nei famosi: “Così fan tutti; i tempi sono cambiati; se non ti adegui sei fuori; siamo nel 2020 ormai”; ecc., ecc. A noi fanno paura i vari Scar che girano intorno ai nostri ragazzi con le loro iene al guinzaglio.
I genitori e noi adulti dello staff abbiamo visto e a volte vissute da vicino troppe storie finite male e vorremmo evitare ai nostri ragazzi graffi e ferite purulenti di iene e affini. Ferite che la pelle magari assorbe, ma che nell’anima non si rimarginano e rischiano di condizionare tutta la vita.
Alla vostra età si sente il bisogno di essere indipendenti. E’ giusto e naturale fare esperienze, anzi doveroso … ma buttarsi via no!
I genitori, noi dello staff e tutte le persone che vi sono vicine, parenti e insegnanti compresi, vi vogliamo vivi, protagonisti, pieni di sogni. Non sopportiamo occhi spenti e cuori tristi.
Se il dialogo a volte si interrompe non vuol dire che non ci siamo; basta allungare una mano e le dita tornano ad intrecciarsi.
Riportiamo, per completare quanto abbiamo cercato di farvi capire, il dialogo tra Simba ed il padre quando le iene, che stavano per aggredire i due cuccioli, vengono messe in fuga.
“Papà, io …” “Hai disobbedito a tuo padre!”
“Papà … Mi dispiace”. “Andiamo a casa”.
“Zazu, porta Nala a casa. Devo dare una lezione a mio figlio”.
“Simba, Simba, mi hai molto deluso”.
“Lo so”. “Avrebbero potuto uccidervi. E, quel che è peggio, hai messo Nala in pericolo”.
“Stavo solo cercando di essere coraggioso come te”.
“Io sono coraggioso solo quando devo esserlo. Simba, essere coraggiosi non significa andare in cerca di guai”.
“Ma tu non hai paura di niente”. “Oggi ho avuto paura”.
“Davvero?” “Sì, temevo di poterti perdere”.
“Oh, allora anche i re hanno paura? … La sai una cosa?”
“Che cosa”. “Credo che le iene oggi hanno avuto una paurissima!”
“Perché nessuno può permettersi di sfidare tuo padre. Vieni qui, piccolo”. “Papà … Siamo amici, vero?”
“Certo!” “E staremo sempre insieme, vero?”
“Sappi che tu avrai sempre una guida nella tua vita. Simba, lascia che ti dica una cosa che mio padre disse a me. Guarda le stelle. I grandi re del passato ci guardano da quelle stelle. Se c’è un ostacolo, loro saranno con te perché vivono in te come vivono in me. Vivono in noi, vivono sulla terra e nel cielo, nell’acqua pura e anche nei tuoi perché”.
RIFLESSIONE RAGAZZI
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- Sole, caldo, nuvole, vento, pioggerellina, altro sole, nuvole, vento forte, pioggia intensa questa è stata la nostra giornata da un punto di vista meteo a Disentis. Non è questa una situazione che si verifica anche con le emozioni e/o gli avvenimenti di una vita? Solo nella vita, in realtà, talvolta anche nella stessa giornata. Quindi che fare di queste situazioni? Usare la ricetta Disentis: pazientare, non arrendersi perché poi arriva l’arcobaleno e si riparte più forti di prima!
- Quando vedo il cielo vedo le stelle, ma anche le nuvole; quando guardo le stelle mi viene da pensare che le stelle sono ogni nostro desiderio e le nuvole zucchero filato. Ognuno le cose le immagina come se le immagina.
- I no: una delle cose che da certi punti di vista sono dei pali, ma da altri punti di vista potrebbero essere degli aiuti per migliorare. Io ai no reagisco sempre in modi diversi: a volte mi arrabbio tantissimo, a volte mi vanno anche bene siccome quella cosa che veniva chiesta magari non era importantissima. Invece, ci sono volte in cui io mi sento un po’ emarginato dal gruppo in particolari contesti. Spesso quando io litigo con i miei genitori finisce sempre, o quasi sempre, con me che mollo e lascio decidere a loro anche perché senza di loro io non sarei qui a Disentis, un posto magnifico.
- Spesso mi piacerebbe avere un dialogo con i miei, spesso mi piacerebbe avere una motivazione davanti ad un “NO” e soprattutto mi piacerebbe capire cosa gli passa per la mente. MI è capitato molte volte di ricevere NO ingiustificati e dover trovare una scusa stupida da dire ai miei amici per non dover sempre dire “i miei non vogliono”. Quante volte mi è capitato? Molte, forse troppe. Succede spesso di non capire di non riuscire ad immedesimarmi e di non trovare qualcosa di sbagliato in ciò che voglio fare, ma forse senza di loro (i nostri genitori) non so in quanti casini sarei ora. Purtroppo, però, mi sembra di essere trattata come una bambina incapace di capire o di parlare di determinati argomenti tanto da non ricevere nessun tipo di risposta alla richiesta di una motivazione. A volte mi piacerebbe che i miei capiscano che non sempre ciò di cui loro hanno “paura” di parlare fa così tanta paura a me e che a volte parlarne potrebbe far comprendere meglio alcuni aspetti che magari non avevo considerato rilevanti. Dall’altro lato però, a volte, vorrei correre solo tra le loro braccia, proprio come facevo da piccola, dopo una litigata e lasciare da pare quel maledetto orgoglio che mi assale ogni volta.
- Quando si è bambini si pensa che la mamma e il papà siano dei supereroi che non sbagliano mai che riescono sempre a farti sorridere, che ti consolano sempre. Diventando grandi però sembra che il rapporto si sfaldi di giorno in giorno a causa dei loro continui no e del nostro menefreghismo che ci fa comunque fare cose nonostante ci avessero avvisato. Mi hanno sempre detto, dopo le ripetute negazioni, che la mia mamma lo faceva solo per proteggermi, ma tra me e me dicevo: “la solita frase fatta che dicono per non ammettere che ha sbagliato.”. Forse però oggi ho capito il vero significato di proteggere; proteggere significa che hanno paura: hanno paura che noi diventiamo grandi, hanno paura che rimaniamo soli senza di noi, hanno paura che possiamo fare i solo stessi errori. In poche parole si sentono insicuri, molte volte le loro insicurezze, fragilità prendono il sopravvento e annebbiano loro la vista. Come Mufasa ha fatto con Simba, invece, dovrebbero utilizzare questa loro paura come arma segreta, come arma per farci vedere e capire il loro cuore e la loro anima ricca di paure e preoccupazioni che ci possa accadere qualcosa. Voglio concludere dicendo che ieri ho trovato quel qualcosa che mi cancella tutte le preoccupazioni, quel qualcosa che mi fa sentire in pace: il cielo. Molti potranno pensare che stia dicendo questa cosa anche se non ci credo, invece è la pura verità. Ieri al laghetto mi sono messa ad associare ad ogni nuvola un disegno, sembra una cavolata, ma al contrario è una delle esperienze più belle che io abbiamo mai fatto. Mi sono sentita me stessa, mi sono sentita libera, tutti i miei difetti, le mie preoccupazioni, le mie paure sembravano svanite. In poche parole ho sentito di essere lì per un motivo, ho capito che tutti facciamo parte di un qualcosa di lontano, ma di vicino allo stesso tempo. Mi sono sentita viva!
9 Commenti
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Ciao a tutti,
siamo i genitori di Andrea e questo è il secondo anno che nostro figlio partecipa al vostro fantastico camp.
Il tema proposto da voi oggi è quello del rapporto, a volte conflittuale, tra genitori e figli.
Noi abbiamo due figli, uno in età adolenscenziale e l’altro diremmo che si trova in quella fase di pre-adolescenza e questo conflitto lo viviamo quasi quotidianamente.
Il ruolo di noi genitori è assai difficile, sempre alla ricerca di un equilibrio per l’intera famiglia.
Il dialogo con i nostri figli è continuo e i motivi di scontro sarebbero tanti ma cerchiamo di renderli occasioni di confronto, dove ci impegniamo a spiegare loro le nostre ragioni e di capire le loro esigenze.
Buona serata.
Nadia e Gianluca A
ciao, ho letto con attenzione i commenti dei ragazzi e sono colpita dall’effetto dei nostri “no” su di loro. è vero che abbiamo difetti e anche paura di sbagliare, essere genitori è ogni giorno una sfida. mi ha colpita il commento della ragazza che interpreta i divieti come insicurezza e desiderio di trattenere i nostri figli vicino a noi. mi sono detta: “è davvero questa l’impressione che diamo?” Nei nostri desideri di genitori c’è quello di rendervi degli adulti forti e consapevoli, fiduciosi in voi stessi e nelle vostre capacità, in grado di affrontare il mondo con sicurezza e determinazione, di capire e riconoscere il bene dal male e scegliere sempre il bene. Credo che meritiate dei “no” motivati e magari possono essere un’occasione di discussione e confronto, il mio impegno sarà di ascoltare i miei figli e ogni giorno cercherò di impegnarmi ancora di più affinchè si fidino di me e mi possano confidare dubbi e difficoltà, o anche solo chiedere un consiglio
Buongiorno,
Che dire 3figli e almeno 10 volte di re leone in film, libri, recital!!!! Adoriamo le canzoni, i vari personaggi nei quali ogni componente della nostra famiglia si è ritrovato.
E la colonna sonora dell’educazione dei nostri figli.
Spesso inconsapevolmente trasmettiamo la nostra insicurezza nell’affrontare la vita ai nostri figli. Poche volte facciamo un passo indietro e cerchiamo di andare oltre alla apparenza delle azioni o parole dei nostri ragazzi…le ragioni?:
Siamo adulti e abbiamo perso la gioia di vivere con leggerezza e gratitudine questa vita… parliamo di meno…osserviamo di più ma soprattutto impariamo dai silenzi dei nostri figli.. i loro gesti ci parlano. Proteggerli è il nostro primo impegno spesso anche da noi stessi, paure, ansie,angoscie soffocano la loro naturale necessità di imparare per poter un giorno volare da soli. Difficile rinunciare al nostro ego per accogliere le loro idee, le loro necessità, i loro sogni e capire che non sono i nostri. Noi siamo la autostrada nella quale i nostri ragazzi hanno il diritto di percorrerla a la loro velocità, noi dovremmo partire intervenire solo in caso di effettivo pericolo mortale.
Non sono riuscita a rispettare le tappe ed ho letto il libretto in un sol fiato.
Due frasi mi colpiscono ed aprono la mia mente e il mio cuore…e tra l’una e l’altra ci sta dntro tutto: “Mufasa stravede per suo figlio Simba e come tutti i genitori lo vuole perfetto” e poi “tutto quello che a Disentis abbiamo suggerito al vostro cuore …è servito a convincervi che possiamo rendere la nostra vita un capolavoro”.
Io come genitore vorrei imparare a stare dentro lo spazio che intercorre tra il volere i nostri figli perfetti ed aiutarli a fare della vita un capolavoro. In realtà penso che non dovremmo volerli perfetti ai nostri occhi, ma dovremmo accettarli per quello che sono ed aiutarli ad ambire al meglio che possono diventare. Dovremmo prenderli per mano in quel meraviglioso intreccio di dita ed accompagnarli nel definire il proprio cammino, ricordandogli alla fine di ogni passo di guardarsi dentro e chiedersi se hanno fatto il meglio che potevano per se stessi e per gli altri. Ciò che fonda le loro radici è la fiducia che vedono quando si specchiano nei nostri occhi.
Amare i miei figli penso che sia l’esperienza più specile, bella, unica difficile e complicata che mi sia mai stata donata ed in ogni passo condiviso si cresce insieme…si sbglia insieme e si cerca di aggiustare il tiro.
Spesso ho paura di non essere all’altezza dell’importante compito che mi è stato affidato, tante volte ho paura di sbagliare, ripenso al mio essere figlia, a quello che ha significato e significa…ed in questa altalena tra passato, presente e futuro cerco di guardare negli occhi i miei figli e provare a capire cosa possa essere meglio per loro…perchè la cosa che non bisogna mai dimenticare è che il loro bene non sempre corrisponde a quello che fa stare bene noi genitori e allora…bisogna rischiare un po’ e cambiare punto di vista…prima deve venire il loro bene e poi arriviamo noi …anche se questo significa paura, dubbio … ma penso che ne valga davvero la pena, perchè in fondo al cammino si apre la meraviglia.
Uno dei miei figli, Nicolò che ora è lì con voi, in un biglietto di auguri mi ha scritto “sono arrivato ad un punto della mia vita in cui ho proprio bisogno di te, della tua forza e delle tue sgridate…so che tu ci sei sempre” … in queste parole il mio cerchio della vita.
Nella riflessione finale mi chiedete cosa significa Disentis per me…piangere di commozione guardando la mi bambina aggrappata al collo di suo fratello con il quale litiga e si scanna ogni giorno … ciò che conta davvero, se si semina nell’amore, è certo che attecchisce anche se non si vede ogni giorno.
Grazie per questa occasione di guardarmi dentro…grazie a voi per dare ai nostri figli la possibilità di spiegare le loro ali.
La mamma di Nicolò
Cari ragazzi dello staff, il tema del rapporto tra genitori e figli non può lasciarci certo indifferenti. Ogni età ha le sue difficoltà ma l’adolescenza è un bel banco di prova dove tutto viene messo in discussione, in primis il ruolo di noi genitori. Io dico sempre a mia figlia che il “mestiere ” del genitore è il più bello al mondo, ti riempie di gioia e soddisfazioni….ma è anche il più difficile, non si smette mai di imparare, si commettono errori e se ne commetteranno sempre. La vita ci mette continuamente alla prova e noi dobbiamo essere pronti, essere quella guida e quel punto di riferimento di cui nostra figlia ha bisogno (anche se difficilmente lo ammette). Dire dei no non è facile, ma spesso è necessario, se no che genitori saremmo. Nel nostro piccolo io e mio marito cerchiamo sempre il dialogo, a volte è possibile e a volte no, ma siamo convinti che sia la base per costruire un rapporto con nostra figlia. I conflitti ci saranno sempre ma se il nostro rapporto si basa sul dialogo, sulla fiducia reciproca sapremo sempre che dopo ogni caduta possiamo rialzarci, ancora più forti di prima. Sono bei propositi, io per prima ci devo credere perché solo in questo modo posso insegnare a mia figlia che vale, nonostante i suoi sbagli e i suoi difetti, che ha dei talenti e non si deve vergognare di mostrarli.
Grazie di cuore a tutti e buon camp!
Ciao a tutti!
Nonostante ieri sera ho chiamato il mio bambino, ora l’ho richiamato perchè avevo sentito nella sua voce qualcosa che non mi convinceva… e mi ero preoccupata probabilmente inutilmente perchè oggi era tutto felice …
Sono rimasta di stucco per quello che mi ha detto in poco tempo. Non mi ha parlato dei tornei (che adora tantissimo…) dei giochi ecc… ma del momento formativo. Ho sentito nella sua voce che qualcosa l’ha toccato e mi ha detto che si è impegnato tanto nella sua riflessione.
La cosa più spontanea che viene da dire è “GRAZIE”! Grazie perché lo state aiutando a crescere e perché state dando anche a me un percorso su cui riflettere, desidero anche io aiutarlo a trasformare l’ordinario in straordinario, a fargli capire che la vera libertà non è scegliere tra il male e il bene ma tra BENE e BENE!
Purtroppo vederlo crescere a volte spaventa perché ho la paura di non sapergli sempre indicare la strada giusta.. A volte tendo a proteggerlo, a nascondergli i pericoli, sperando che non trovi il “cimitero degli elefanti”!!!
Al suo ritorno mi prefiggo l’obiettivo di rispondere con giuste argomentazioni, di ascoltarlo di più, di avere soprattutto più pazienza perché in effetti rispondere con un NO o un castigo è sempre più comodo.
Grazie ancora e buona continuazione!!!!
Ciao
Mi è piaciuta molto la riflessione sul rapporto genitori e figli che avete pubblicato e da genitore vorrei proporre il mio pensiero.
Che il lavoro del genitore sia il lavoro più difficile del mondo è cosa nota a tutti. Quello che i ragazzi forse non immaginano è che, quando nasce un figlio e te lo appoggiano sul grembo, tu lo guardi e da subito sei disarmato davanti a quell’ esserino inerme che ti suscita un affetto infinito che va oltre tutto, che ti farà andare contro tutto e tutti se necessario; un affetto che non muterà mai, per tutta la vita. Sei genitore ma sei sprovveduto e vai avanti a tentativi, segui l’istinto; sbagli, ti correggi, fai del tuo meglio per crescere questo figlio e dargli tutti gli strumenti necessari a renderlo indipendente e autonomo…..anche da te ovviamente ? come è giusto che sia.
Non c’è egoismo in questo, ma paura sì, tanta: paura di sbagliare, di non fare abbastanza, di non capire e di non essere capiti. Perché Non è sempre facile comprendere chi è di una generazione differente dalla tua , questo vale sia per i figli verso genitori e viceversa; e poi c’è l’aspetto caratteriale a complicare tutto…
Quando sei sia figlio che genitore lo capisci bene.
Ma è in questo che il genitore è un vero super eroe, perché non si ferma davanti a niente: non c’è lite, risposta arrogante, porte sbattute in faccia, silenzi ottusi che lo facciano desistere dal suo intento. Perché basta poco ad incoraggiarlo: una risposta gentile, un gesto maturo, un silenzio appropriato del proprio figlio durante una discussione.
Spesso comunicare con chi, per età ed inesperienza si sente invincibile, non è semplice….
E quanto è difficile dire no? Meglio dire sì, meno problemi. Ma la vita non è fatta di tutti sì… sennò sai che noia!?
Ragazzi (e parlo soprattutto ai miei) rassegnatevi: Noi siamo determinati a sostenervi ed aiutarvi a diventare adulti. Siamo armati di tutta la comprensione e la disponibilità che saranno necessari; abbiamo spalle forti per sopportare ogni vostra insicurezza e frustrazione e vi aiuteremo a risollevarvi ogni volta che farete degli sbagli. E se sarà necessario lo scontro che scontro sia!
L’unica cosa che vorrei è che qualche volta, almeno una, proviate a mettervi nei nostri panni e vi chiediate : io cosa farei se fossi al loro posto? Sono sicura che la risposta che vi darete potrebbe stupirvi.
Un abbraccio…. virtuale a tutti
Paola ( mamma di Allegra e Nicolò)
È difficile mettersi davanti alla tastiera e parlare delle proprie emozioni, l’anno scorso non sono riuscito a farlo ma quest’anno ci provo. Care bimbe siete lontane e state vivendo una esperienza unica, vi state confrontando con ragazzi sconosciuti con i quali condividere nuove emozioni e situazioni diverse da quelle in cui siete abituate a vivere. Il tema di quest’anno è particolarmente complicato, mai come quest’anno abbiamo imparato a conoscere il valore di questa parola, abbiamo visto lottare il nonno contro il male, abbiamo imparato a non dare per scontato le cose e le persone che ci circondano, abbiamo imparato a vivere ogni attimo, costretti a casa e godendo della nostra compagnia. Lasciarvi a Disentis quest’anno non è stato facile, mille paure nella testa, paure da genitore, che per una volta non si sono tramutare in un NO, ma che hanno lasciato il posto, alla voglia di vedervi vivere libere dalla paura del contatto, del distanziamento sociale che tanto ci hanno ossessionato in questi mesi. L”uscire dalla palestra domenica, e non vedervi girare la testa alla ricerca di un ultimo sguardo, mi ha fatto capire che state acquisendo la sicurezza e la personalità che solo chi ha voglia di scoprire cosa ci riserva la vita ha.
Eccomi qui.. “pressata” dalle vostre richieste a provare a scrivere due righe di riflessione..
Oggi Pumba e Timon hanno insegnato a Simba un nuovo stile di vita “hakuna matata!!”
E sono sicura che oggi i nostri ragazzi lassù hanno continuato a ripeterselo durante una nuova magnifica giornata.
E’ la prima volta che mio figlio fa questa esperienza con tutti voi.. ci sarebbe piaciuto che avesse partecipato anche negli anni passati ma ha sempre preferito passare l’estate nel nostro piccolo oratorio dove il nostro Don ogni estate ha sempre organizzato dei bellissimi campi estivi.. ma quest’anno un piccolo ed insidioso virus ha fermato anche questo progetto..
Inutile spendere parole su come il COVID abbia cambiato, modificato e “bloccato” la vita di tutti noi.
Ma durante questi mesi mi sono trovata troppo spesso a guardare i miei figli con immensa tristezza..
Credo che abbiano provato frustrazione, paura, rabbia.. e chissà forse anche senso di colpa perché anche loro potevano essere portatori di potenziali problemi.. anche loro erano qualcuno da evitare..
E la mia paura più grossa era che questi confini fisici diventassero anche confini nelle e delle loro menti.
Gli è stato tolto tutto.. o almeno tanto.. scuola, amici, parchi, boschi.. il loro rifugio era uno schermo.. del computer, della TV, dello smartphone.
Speravo ardentemente che questa estate qualcuno riuscisse ad impegnarsi per organizzare qualcosa di ancora piu’ speciale del solito.. inventare spazi di incontro dove i ragazzi tornassero a socializzare, a sentirsi di nuovo protagonisti, a vivere nuovamente con totale spensieratezza..
Avevano bisogno di sentirsi attesi, attivi e capaci.. e SO CHE VOI LI VEDETE E LI PENSATE COME TALI.
Quindi, GRAZIE DI CUORE PER TUTTO.. e “hakuna matata!!!”