LA TRAGEDIA
Mufasa torna in aiuto di Simba quando Scar lo avverte che il figlio è finito in una strettissima gola, tra due muraglie di rocce invalicabili mentre sta arrivando una mandria impazzita di gnu.
E’ stato Scar ad attirare Simba, con i suoi inganni e con il suo finto affetto, nel nuovo terribile pericolo. Le iene poi hanno fatto imbizzarrire gli gnu e li hanno indirizzati nella gola.
Il progetto di Scar, squallido e crudele, lo conoscete bene: far morire sotto gli zoccoli degli gnu il fratello, il re Mufasa ed il nipote Simba, erede al trono, per impadronirsi del regno.
E’ il massimo della degradazione del male.
Conosciamo con quanto eroismo Mufasa ha difeso il figlio fino a metterlo al sicuro. Poi distrutto dalla fatica aveva afferrato uno spunzone di roccia e chiesto aiuto al fratello. Bastava che Scar allungasse una mano … Invece calpestò quella mano e lo fece precipitare tra gli zoccoli degli gnu.
Ma la sua perversione non aveva raggiunto ancora il fondo.
Ora Scar doveva distruggere il cuore e la mente di Simba. Doveva convincere il nipote che era stato lui, con la sua imprudenza a causare la morte del padre.
Un immenso senso di colpa si impossessò allora di Simba e la disperazione lo spinse a fuggire lontano, nel deserto; lo convinse a non credere possibile alcun perdono.
Simba perse ogni fiducia in se stesso, si sentì indegno di appartenere al branco, indegno dell’ eredità regale. La sua anima rimase sotto gli zoccoli degli gnu macchiati del sangue del padre.
Dopo una fuga che gli sembrò infinita, Simba si accasciò senza forze nella polvere del deserto. E gli avvoltoi lo circondarono pronti a squarciare le sue carni.
In tutte le età possono verificarsi situazioni di buio totale, ma guai a perdere la speranza. Per tutti c’è una Provvidenza e un Padre che non ci abbandona mai, che interviene in nostro aiuto nei modi più strani e attraverso le persone più impensate.
Nel caso di Simba la Provvidenza si chiama “Timon e Pumbaa”. Ti
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mon è un vivacissimo prudente suricata (mangusta); Pumbaa un simpaticissimo generoso facocero. Due esseri che più diversi non potevano essere tra loro per fisico e carattere e ancora più lontani lo erano da Simba. Eppure sanno avvicinarsi al giovane leone morente, prima con prudente circospezione e poi con interesse ricco di “animalità” (permetteteci questo termine, non abbiamo avuto il coraggio di scrivere “umanità”).
Simba, Timon e Pumbaa un trio legato da profonda amicizia. E dall’amicizia nasce naturalmente la solidarietà, la voglia di ricominciare, di credere che si può ricuperare anche la dignità più umiliata.
Timon e Pumbaa avevano un modo di vivere che possiamo chiamare tranquillamente una filosofia di vita semplice, concreta, immediata, realizzabile che loro traducevano e sintetizzavano il due parole misteriose che hanno il suono del vento che è poi quello simile al respiro della savana: “HAKUNA MATATA”. Questa loro filosofia la doneranno poi a Simba.
Ma ricostruiamo il loro incontro con il dialogo tra Timon e Pumbaa:
“Beh, vediamo cosa abbiamo qui! … Cribbio, è un leone! Scappa Pumbaa! Presto!”
“Non vedi che è solo un cucciolo? Guardalo. E’ così carino e tutto solo. Possiamo tenerlo?”
“Ma sei impazzito? Stiamo parlando di un leone. I leoni mangiano quelli come noi”.
“Ma è così piccolo!”
“Ma diventerà grande”
“Forse sarà dalla nostra parte”.
“E’ la cosa più stupida che abbia mai sentito. Forse starà dalla nostra … Ehi, che idea! E se stesse dalla nostra parte? Sai, non mi dispiacerebbe affatto avere un leone per amico. Stai bene, piccolo? Da dove vieni”.
“Da nessuna parte”.
“Ehi, è proprio nero. Sembra depresso”.
“Cos’è che ti divora? Da dove vieni?”
“Che importa? Visto che non posso tornarci”
“Che cosa hai fatto, piccolo”.
“Una cosa terribile, ma non voglio parlare”.
“Bene. Noi non lo vogliamo sapere”.
“Smettila, Timon, possiamo fare niente per te?”
“Solo se potesse cambiare il passato”
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“Sai, piccolo, in momenti come questo il mio amico Timon dice: devi sempre lasciare il passato nel tuo di dietro”.
“No, no, no si dice: devi sempre lasciare il passato dietro di te. Senti, ragazzo, le cose brutte accadono e tu non puoi fare nulla per evitarle, giusto?”
“Giusto”.
“Sbagliato! Quando vedi che il mondo ti volta le spalle, non devi fare altro che voltargli le spalle anche tu”.
“Non è ciò che mi hanno insegnato”.
“Credo che tu debba avere un’altra lezione. Ripeti con me: Hakuna Matata”.
“Che cosa?”
Timon e Pumbaa: “Hakuna Matata. Significa non ci pensare!” Sai, ragazzo, due magiche parole contro tutti i problemi”.
Simba è stordito dalla positività dei nuovi amici e abbraccia la loro filosofia. Timon e Pumbaa in sostanza gli hanno detto: scuotiti, Simba, reagisci, guarda avanti, il passato non deve distruggerti, tu sei figlio di un re e destinato ad essere re. E’ tuo padre che ti ordina di reagire.
In questi tredici anni di Disentis abbiamo conosciuto molte persone che ci hanno ripetuto questo messaggio difficile, ma vero e necessario. Lo hanno testimoniato con la loro reazione ad una vita che sembrava distrutta. Vogliamo ricordarne uno in particolare che è diventato nostro amico e che ha condiviso due giorni con noi qui a Disentis alcuni anni fa. Si chiamava Oliviero Bellinzani detto “L’uomo con le ali”. Aveva perso una gamba in un incidente di moto e con una gamba sola aveva scalato tutte le più alte montagne d’Europa e si stava preparando a scalare la più alta cima dell’Africa, il Kilimangiaro, quando la sua montagna lo volle per sempre con sè.
“Ragazzi, ci diceva, i limiti non esistono. Non fatevi tarpare le ali, non fatevi dire che non ce la farete ad uscire da situazioni difficili, a liberarvi da errori e abitudini sbagliate . Ponetevi obiettivi grandi nella vostra vita e fate di tutto per realizzarli”.
E’ quello che ha fatto Simba dopo la grande depressione e con l’aiuto dei suoi amici.
RIFLESSIONE RAGAZZI
- Reagire, reagire sempre di fronte ad ogni situazione, che sia bella o brutta, anzi, soprattutto di fronte a quelle brutte. Se ci lasciassimo prendere da quelle emozioni negative rischieremmo di non uscire più da certe situazioni difficili. Ci ritroveremmo in una spirale infinita e staremmo solo peggio. Non ne vale la pena lasciarci prendere dallo sconforto, la vita è molto più bella di quanto appare, basta guardare tutto con uno sguardo più profondo perché “si vede bene solo con il cuore, l’essenziale è invisibile a chi ha occhi per credere solo a ciò che vede e gli va bene così”. Allora puoi vedere il mondo e dire che stai vivendo veramente appieno la tua vita. Mai sprecare tempo, questo mi ha insegnato questo camp. Ogni minuto, ogni secondo non va sprecato perché ogni momento è sempre troppo tardi per rimpiangere il tempo perduto, quello che è successo fa parte del passato e non torna più indietro. Nel tempo di questa vita che sembra infinito io voglio trovare la mia felicità. Non importa quanto tempo ci vorrà ancora prima di raggiungerla, ma non sarà mai troppo tardi per accoglierla. E’ nascosta da qualche parte, ma c’è. Il cammino è iniziato e un passo l’ho già fatto, il volo verso la mia libertà l’ho preso proprio come ha fatto Fortunata. Se ci sono riuscita è grazie a chi con costanza mi è rimasta accanto dandomi importanti insegnamenti come ha fatto Mufasa con Simba. Sono loro che come Pumba e Timon mi hanno tirata fuori dalle difficoltà di questa mia ancora giovane vita. Grazie
- Perdere qualcuno o qualcosa di caro può essere un motivo per abbattersi o un motivo per crescere e rialzarsi dopo la caduta più forti di prima. Quando perdi qualcuno di importante ti dici “se fossi stato lì non sarebbe successo” e questo può provocare grossi sensi di colpa, magari riesci a guarire dalla ferita provocata, ma la cicatrice rimane. L’anno scorso ho perso la mia bisnonna che era molto importante per me, quando ero in difficoltà pensavo a lei perché ne aveva passate tante, ma nonostante tutto continuava a rimanere una roccia fragile, ma forte. La storia di Olivieri Bellinzani mi ha fatto riflettere molto sul suo coraggio di ricominciare da zero, al suo posto io sarei restata a piangermi addosso per tutta la vita, ma grazie a questa vacanza a Disentis sto capendo che non bisogna mai ad abbattersi anche se ci sono molte difficoltà. Oggi ho anche capito che quanto i miei genitori mi dicono dei no lo fanno per proteggermi, che loro darebbero la vita per me e li ringrazio. Mi è rimasta in testa la parte del film in cui dicono che dal passato si può scappare oppure si può imparare qualcosa, infatti, va bene fare errori, ma dobbiamo sempre impedire di ripeterli. Fin da piccola ho sempre sofferto perché sono cresciuta sapendo che mio nonno ha deciso di scappare di casa per lasciarsi il passato alle spalle e ammiro mia mamma perché dopo tutto il male che mio nonno le ha provocato andandosene lei continua a ripetere che lei lo perdona anche se ha fatto molti sbagli.
- Io ho un’amica simpatica anche se ha dovuto mettere le stampelle quattro volte. Anche se aveva le stampelle ho notato che faceva tutto quello che voleva perché lei continuava a provarci e di nuovo a provarci finché non ci riusciva. In quel momento ho capito che tutti possiamo realizzare i nostri sogni compresi i disabili.
- Solo oggi mi sono accorto di quanto tempo ho sprecato nella mia vita con la play station, oppure quando dormivo dodici ore. Mi sono anche accorto che quando andavo dai miei nonni a mangiare magari non ci parlavo tanto, perché magari avevo il telefono in mano oppure anche oggi ho visto che ho una nonna che non andavo sempre a trovare, ma dopo questa riflessione mi sforzerò di andare a trovarla ogni giorno.
- Io penso che la vita quando ci toglie un parente, un amico caro, quando perdiamo un’opportunità importante è perché ha qualcosa o qualcuno di ancora più importante da darci. È inutile piangersi addosso, si certo tutti quando perdiamo qualcuno stiamo male, ma l’importante è subito ripartire col piede giusto. Se dopo una sconfitta rallentiamo i nostri ritmi di vita, ci buttiamo giù, perdiamo tempo. Si dice che il tempo vale come l’oro. Penso che queste sia una delle stupidate mai sentite. Il tempo vale mille volte più dell’oro e se noi siamo bravi ad impiegarlo possiamo riprenderci quello che la vita ha voluto toglierci. Mentre se non lo sfruttiamo a dovere, rimandando sempre qualsiasi cosa, ci ritroveremo con niente di buono raccolto e un sacco di tempo perso. Lo stesso vale per il modo di pensare. Quando ci accade qualcosa di gruppo non dovremmo mai ripensarci troppo. Noi siamo quello che pensiamo e se pensiamo che tutto sia andato storto che la vita ce l’abbia con noi e che siamo i più sfortunati automaticamente il nostro cervello e il nostro corpo seguiranno quest’onda così andremo a crearci delle circostanze in cui accadranno cose brutte, perché vivremo con la paura che Quando veramente accadrà diventeremo ancora più tristi e daremo meno peso alle bellissime cose che la vita ha da darci, perché non saremo in grado di coglierle. Mentre, se pensiamo positivo, se siamo sempre speranzosi in attesa di cose belle saremo al settimo cielo, il nostro animo nostra vita e quando qualsiasi disgrazia verrà da noi saremo in grado di dirgli “no”! e ripartire più forti di prima. Ci costruiremo attorno a noi un guscio che respingerà le cose brutte e proteggerà tutti i bei pensieri e le opportunità della vita. Solo noi potremo farlo.
7 Commenti
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Bellissimo passaggio della storia di Simba, che ci obbliga ad alcune riflessioni.
La prima:
Tutti si può incorrere in un errore, in una valutazione sbagliata, nel sottovalutare un rischio o nel fidarci della persona sbagliata.
Le insidie sono dietro L angolo e noi genitori speriamo sempre di poterVi proteggere, di riuscire a trasmettervi le esperienze vissute perché siano di insegnamento. Ma come fare, Se non siamo sintonizzati? Perché si, anche noi sbagliamo dando giudizi senza conoscere bene..
Ma se l’errore è umano, quello che conta veramente è la reazione; prima di tutto non deprimiamoci perché vivere solo nel errore non ci sprona; isolarci o castigarci non aggiunge nulla: chi dice che la soluzione al problema debba arrivare sempre e solo da noi stessi?
Siate aperti, l’accaduto è ormai dietro di noi, cogliamo con occhi limpidi, senza filtri i suggerimenti che arrivano anche da chi non ci aspettavamo.
E se l’errore è accaduto nel corso del nostro progetto, non confondiamo questo intoppo con il fallimento del nostro obiettivo.
Siamo e siete fatti per essere compiuti, per portare a compimento i vostri desideri. Perseguiteli caparbiamente e sappiate che non esiste soddisfazione maggiore per un genitore di vedervi raggiungere i vostri sogni.
……
Un abbraccio a tutti e tutte
Alessandro B
Ciao a tutti, questo camp è stata una bella scoperta. Siamo alla prima esperienza fuori casa, non credevo che mio figlio di 10 anni potesse essere così indipendente ed entusiasta!! È proprio vero che noi genitori mettiamo al mondo queste creature ma che un giorno saranno figli del mondo!
Questo distacco mi fa riflettere tantissimo, penso alle tante volte che litighiamo e l’unico modo che ho di impormi è urlare senza alcuna ragione. Essere genitori è il lavoro più difficile che esista, spesso ho paura di non esserne in grado e lui mi spiazza tutte le volte lasciandomi senza parole.
Il mio ometto sta diventando grande!
Grazie per le belle emozioni che ci regalate ogni giorno con foto, video e tante riflessioni che ci fanno piangere!!
Grazieeee
Mamma di Filippo
La mia grande paura di mamma:
Non capire i miei ragazzi.
Nella mia vita ritengo di aver avuto un grande privilegio… quello di avere in dono due splendide creature…i miei bimbi.
La mia più grande paura è quella di non riuscire a crescere insieme a loro capendoli.
I miei limiti di adulto a volte NON mi fanno ascoltare e vedere chi sono e le loro paure.
Le confondo con le mie .
La cosa stupefacente è la loro grande capacità di amarmi così come sono…con le mie indecisioni, fragilità e scelte sbagliate.
Mi amano e basta…. e sono capaci di voltare pagina in nome di quell’amore e di quel filo che ci lega.
Le mie paure sono le mie… spero di riuscire a leggere con chiarezza le loro e insieme camminare nella vita con coraggio e mente aperta….
♥️ una mamma innamorata della vita e di loro♥️
Già, in tutte le età possono verificarsi situazioni di buio totale…
Da genitori vorremmo tenere sempre al riparo i nostri figli da queste situazioni, dal male, dal pericolo, dalla cattiveria.
Ma non possiamo…loro hanno bisogno di attraversare anche momenti bui…hanno bisogno di starci, per poi comprendere ancora di più il valore dei momenti di luce.
E il nostro compito è quello di accompagnarli…
E’ complicato, a volte, trasmettere loro quello sguardo positivo che spesso anche noi adulti fatichiamo ad avere!
E allora, spesso, la Provvidenza (come per Simba) si chiama AMICIZIA!
Perché l’amico è colui che riesce a sostenerti, non soffrendo al posto tuo, ma condividendo la tua sofferenza.
Perchè se la gioia condivisa raddoppia, il dolore condiviso si dimezza.
Abbiamo sempre cercato di trasmettere ai nostri figli il valore dell’Amicizia, quella con la A maiuscola.
Giusto appunto, qualche settimana fa, alla domanda “Vuoi andare a Disentis?” (è la sua prima volta)…la risposta è stata “Se ci sono i miei amici, SI!”
Credo sarà la prima vacanza Disentis di una lunga serie!:)
Cari staff,
ho la speranza che arriverà il momento in cui i nostri figli ci vedranno come allenatori che li stanno preparando ad affrontare la vita in autonomia, vita che purtroppo riserva imprevisti anche ai figli dei Re e ai Re (la storia di Simba e Mufasa ce lo ha mostrato).
Ho la speranza che arriverà il momento in cui capiranno che i limiti che mettiamo non sono catene ma abbracci che ad uno ad uno si aprono e che l’ultimo è già pronto a trasformarsi in arco che li lancerà dove sceglieranno di andare.
Ho la speranza che arriverà il momento in cui capiranno che non siamo il nemico ma l’alleato più prezioso e disinteressato che potranno mai trovare. L’alleato che è al bordo del burrone per tirarli in salvo e non per farli precipitare come fa Scar prima con Mufasa e poi con Simba.
Un abbraccio ai nostri figli.
Un grazie a voi Staff, gli allenatori, gli “abbracciatori”, gli archi e gli alleati dei nostri figli in questa splendida settimana di gare di condivisione e di confronto per crescere.
Mamma Filomena
Oggi più che mai abbiamo bisogno di sentire e seguire queste due parole, possiamo dire che siete i nostri Timon e Pumbaa. ?
“Hakuna Matata“ Vivere “senza pensieri”, senza nessun pensiero è quasi impossibile ma, evitare di ingigantire le difficoltà è una cosa che possiamo fare, concentrandoci su ciò che di bello la vita ha da offrire, mettendo da parte la negatività e concentrandoci solo sulla bellezza di ciò che abbiamo intorno.
“Hakuna Matata” E’ sdraiarsi su un prato, guardare il cielo ed essere felici e tranquilli, come stanno facendo i nostri ragazzi, lì a Disentis, ringraziare per quello che abbiamo. Dobbiamo imparare a dare un valore diverso a quello che abbiamo e dobbiamo imparare a non darlo per scontato, dobbiamo capire ciò che conta davvero senza rimanere intrappolati nei continui problemi della quotidianità, non dobbiamo crearci problemi dove in realtà non ce ne sono, dobbiamo cercare di essere ottimisti. I pensieri da abbandonare sono quelli che ci frenano, che ci impediscono di andare avanti di guardare al futuro, di seguire i propri sogni.
Grazie mille.
Si può sbagliare e dai proprio sbagli si deve imparare, rialzarsi e con forza e determinazione affrontare nuove sfide.
Anche se ci possono essere delle prime difficoltà, percorrete sempre i vostri desideri e perseguiteli sempre con passione, coraggio e determinazione con i quali i vostri desideri saranno, con sacrificio e determinazione, raggiunti e i vostri genitori non potranno che essere orgogliosi di Voi !!!