PRIMO GIORNO
La storia ci racconta che l’uomo, fin dal suo apparire sulla terra, nel lungo corso degli anni, dei secoli e delle ere ha sempre cercato di conoscere la sua origine e con la sua origine quella di tutto ciò che lo circondava sulla terra e di quello che vedeva quando sollevava il suo sguardo al cielo.
Domande che si pone ancora oggi perché le risposte date non sono convincenti per tutti. Alcuni attribuiscono a un Dio o a molti dei la creazione del mondo, degli esseri animati e inanimati. Altri risolvono tutto con la scienza: partendo da un fragorosissimo inizio, “il big bang”, e affidando al tempo, in milioni e milioni di anni, spiegano tutto con un interminabile processo di evoluzione.
Chi ha ragione? Quante domande ancora rimangono senza risposte certe!
Possiamo fidarci ciecamente della nostra ragione? Su tutto? Anche sul come dobbiamo comportarci? Quali sono le regole da seguire per una vita piena, dignitosa, felice?
Il nostro cervello si è evoluto sicuramente, ma il nostro cuore?
Con l’aiuto della ragione l’uomo ha fatto mille scoperte ed altre mille e mille ne farà per migliorare la nostra vita dal punto di vista tecnico.
Ma il nostro cuore quali evoluzione ha avuto? Quali rapporti abbiamo realizzato tra di noi: in famiglia, a scuola, in oratorio, in squadra, in paese, tra i vari Stati, tra tutti gli uomini insomma? O ci siamo limitati a cambiare le varie forme di violenza passando semplicemente dalla clava alle armi laser?
Guardiamoci intorno: siamo ancora circondati da guerre e ingiustizie di ogni genere, umiliati dall’egoismo, dalla sete di potere e di denaro.
Qui ci vuole una bella pausa di riflessione prima di entrare nel vivo del nostro racconto!
Dicevamo che, fin dall’antichità, molti popoli hanno accettato l’idea della “creazione” e l’hanno raccontata nei loro libri sacri, nei miti e nelle credenze popolari.
Anche la Polinesia, terra del nostro racconto, ha avuto i suoi miti, i suoi eroi e i suoi antieroi che spiegano gioie e dolori della vita di quelle popolazioni.
La Polinesia … migliaia di isole di ogni grandezza … abitate da gente sorridente, ospitale, vestita e ornata di fiori. Un autentico paradiso!
Almeno così ci descrivono quell’arcipelago tutte le agenzie turistiche. Pochi fortunati hanno sperimentato di persona il fascino di quella natura; noi possiamo gustarla attraverso centinaia di documentari e film.
La Polinesia appartiene all’Oceania: 8.526.000 di km. quadrati; 40.117.432 abitanti; 14 Stati; 30 lingue ufficiali.
La nostra storia si ispira al mito polinesiano di Maui ed è ambientata nella piccola isola di Motunui.
Impariamo a conoscere i personaggi:
Vaiana: è la protagonista. E’ figlia del capo villaggio. Vive nell’isola con i genitori e la nonna paterna. Vaiana vuole scoprire perché la sua gente ha smesso di esplorare il mondo al di là della barriera corallina.
Maui: è il coprotagonista. E’ un semidio, capace di cambiare a piacere forma. Ha il corpo coperto da tatuaggi “animati”; in particolare un mini se stesso che è, in pratica, la sua coscienza. Si sente incompleto perchè non è né completamente un dio e né completamente un uomo. Ha bisogno di avere sempre con sé un oggetto magico:“un amo da pesca”.
Tui: è il capo villaggio. E’ saggio, ma iperprotettivo verso la figlia Vaiana.
Sina: è la madre di Vaiana. Vorrebbe accontentare la figlia, ma deve rispettare le decisioni del marito.
Nonna Tala: ha uno strettissimo legame con la nipote Vaiana con cui condivide il suo amore per l’oceano.
Pua: è un maialino vietnamita; è il migliore amico di Vaiana.
Heihei: è un gallo un po’ svampito che si unisce al viaggio e pretende di collaborare all’impresa di Vaiana.
Tamatoa: è un mostruoso granchio del cocco, lungo 15 metri. Proviene da Latotai, il regno dei mostri. Era un tempo amico di Maui.
Te Fiti: è la divinità artefice di tutta la vita nelle isole del Pacifico a cui Maui ha rubato il prezioso cuore.
Te Ka: è l’antagonista principale, una terribile e mostruosa creatura di lava. Alla fine della storia si rivelerà essere la stessa dea Te Fili, addolorata per la perdita del cuore rubatole da Maui.
Kakamoa: sono dei piccoli pirati-guerrieri, rivestiti da noci di cocco sulle quali sono disegnate delle facce spaventose. Sono muti.
Raccomandiamo vivamente a tutti di imparare bene il none e i compiti dei personaggi elencati. Se nel corso della lettura, ma anche della visione del filmato, dovessero sorgere dei dubbi, prima di continuare, basta ricorrere a questa pagina, rinfrescare la conoscenza e poi continuare il racconto.
A titolo di curiosità vi informiamo che questo cartone animato è il cinquantaseiesimo delle opere Disney. E’ stato proiettato per la prima volta negli Stati Uniti il 23 novembre del 2016.
Partiamo!
Una sola raccomandazione: non lasciamo mai sola Vaiana nella sua avventura.
“All’inizio c’era l’Oceano …” Esisteva solo un’immensa distesa d’acqua, in cui guizzavano strane creature di ogni forma, colore e grandezza.
Poi la dea Te Fiti fece emergere la prima isola, l’isola madre che generò mille e mille altre isole. Te Fiti aveva un cuore generoso e pieno d’amore. Il suo cuore era racchiuso in una piccola pietra verde. Quel cuore aveva il potere di “creare la vita”.
Col tempo molte creature, umani e mostri, scoperto il grande potere del cuore di Te Fiti, cominciarono a tramare contro di lei: volevano rapirle quel cuore!
Alcuni con l’intenzione buona di dare anche agli uomini lo stesso potere di creare la vita o almeno di migliorarne le condizioni e di allontanare ogni sofferenza.
Altri invece volevano quel cuore per invidia e desiderio di potenza.
Ci riuscì un giorno, dopo tanti tentativi e dopo aver attraversato, tra mille pericoli, tutto l’oceano, un semidio: il Multiforma Maui. (Multiforma perché aveva in sé la capacità di cambiare aspetto e forma a piacimento, secondo le circostanze).
Maui voleva mettere a disposizione di tutti gli umani il cuore di Te Fiti. Ma appena riuscì a stringere tra le mani quella piccola pietra verde, un’oscurità profonda avvolse l’oceano e le sue isole.
Maui spaventato si diede alla fuga e nella corsa sfrenata si scontrò con un demone di lava: Te Ka che si trovava in quella zona di mare con lo stesso scopo, ma con intenzioni malvagie.
Durante la lotta Maui perse non soltanto la piccola pietra verde, ma anche il suo amo prezioso, avuto in dono dagli dei.
Il cuore racchiuso nella piccola pietra verde lo raccolse allora l’Oceano, che decise di darlo, col compito di riportarlo alla dea Te Fiti, alla persona che dimostrava di avere un cuore generoso.
Mille anni dopo questi avvenimenti, L’Oceano scelse una fanciulla, Vaiana, che abitava in una piccola isola della Polinesia, chiamata Motunui, per affidarle il cuore di Te Fiti. Vaiana era la figlia del capo villaggio Tui.
Vaiana era stata scelta dall’Oceano per questa grande missione, per le sue doti di bontà e per la sua sensibilità verso le creature del mare: aveva aiutato un giorno una piccola tartaruga in difficoltà a raggiungere l’acqua.
Il capo villaggio Tui amava profondamente la figlia; le insegnava tutto quello che era necessario per guidare il villaggio quando le forze non lo avrebbero più sostenuto. Voleva soprattutto convincerla che la loro piccola isola poteva provvedere a tutte le necessità materiali dei suoi abitanti. Sulla sua terra Crescevano piante e frutti in abbondanza e il mare che la circondava forniva pesce ottimo e nutriente.
Tui aveva fatto giurare a sua figlia che non avrebbe mai superato la barriera corallina che proteggeva la loro isola. Sosteneva che loro non erano un popolo di navigatori.
Nel villaggio la vita scorreva tranquilla: c’era abbondanza di cibo e grande accordo tra tutti gli abitanti. Ma … le cose belle sulla terra non sono eterne e anche sull’isola di Motunui si abbatté la carestia. I pesci cominciarono a scarseggiare e la vegetazione a marcire. La paura di morire di fame si stava impadronendo degli abitanti del villaggio.
Vaiana allora cercò in tutti i modi di convincere il padre di permetterle di mettersi in mare e superare la barriera corallina in cerca di pesce. Almeno fino a quando non sarebbero tornare le piogge a fertilizzare la terra.
Il padre fu irremovibile. Il suo cuore era ancora distrutto per la perdita del suo più caro amico, inghiottito dal mare in burrasca proprio dopo aver oltrepassato la barriera corallina. E per lo stesso motivo!
Spezzoni di film: 00:00 -11:56, e 11:56 – 26:07
Suggerimenti per la riflessione:
Dedichiamo questo nostro primo giorno a Disentis al “conoscere e conoscerci”.
Al conoscere gli spazi che ci circondano: quelli vicini, che riguardano la struttura che ci ospita, e quelli più lontani: la cittadina con le sue case e i suoi giardini, i prati, e poi la grande Abazia e poi le montagne. Ascoltiamo le voci della natura, lo scroscio dell’acqua che scende dai ghiacciai, i versi degli animali al pascolo, il canto degli uccelli, il suono delle campane e anche il fischio del trenino rosso …
Al conoscerci: cioè a creare rapporti di amicizia con “gli staff”; e con le ragazze e i ragazzi che vivono con noi la stessa esperienza.
Informiamoci su “cosa faremo” e soprattutto “perché lo faremo”.
Consiglio … Anzi vi chiediamo di fare queste due promesse (valide per tutti i giorni della settimana):
Partecipare con impegno, entusiasmo e spirito di collaborazione a tutte le attività che ci verranno proposte.
E soprattutto non tirarsi mai indietro, cancellare dal nostro vocabolario il: “non sono capace” e sostituirlo con: “voglio provarci”.
RIFLESSIONE RAGAZZI
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