IL SAGGIO OOGWAY
“Consideratemi, ragazzi, un vecchio nonno; un vecchio nonno che tiene tantissimo ai suoi nipotini.
La storia che stiamo per narrarvi si svolge nella Valle della Pace, in un villaggio sperduto dell’immensa Cina. In un tempo senza data, perché il succo della storia può appartenere ad ogni tempo, anche in questa settimana che state vivendo a Disentis.
I personaggi di questa storia appartengono al mondo delle favole, cioè sono presi dal mondo dei nostri amici animali.
Io sono una Tartaruga e il più vecchio del villaggio. Per le esperienze fatte nella mia lunga vita tutti mi considerano Saggio.
Ed io sento tutta la responsabilità di questo ruolo. Sento la responsabilità del maestro che deve guidare, istruire, dare il buon esempio, trasmettere sani principi e proteggere tutti gli abitanti del villaggio.
Sono anche considerato un grande maestro di kung fu e, senza falsa modestia, lo sono stato in sommo grado. Ma ho usato tutte le regole di questa nobile disciplina sempre e soltanto per difendere e governare bene gli abitanti del villaggio.
Nella nostra lingua, Kung fu significa letteralmente “duro lavoro eseguito con abilità”. Solo chi è capace di sottoporsi a continui sacrifici e a durissimi allenamenti può diventare Maestro Kung fu, autorizzato a trasmettere ai suoi allievi non soltanto i segreti della tecnica di combattimento, ma anche e soprattutto i valori che appartengono alla formazione della mente, del cuore e dello spirito.
Il mio discepolo più bravo, quello più degno di essere a sua volta Maestro di Kung fu, si chiama Shifu. A lui ho affidato il compito di allenare e formare i nuovi guerrieri del villaggio e soprattutto il Guerriero Dragone che io solo sono in grado di individuare e di eleggere.
Al Guerriero Dragone toccherà il sacro compito di difendere il villaggio da ogni pericolo.
Le tartarughe sono sempre state, tra tutti gli animali, le più longeve, ma non sono eterne. Io ho raggiunto la veneranda età di 120 anni e anch’io non sono eterno.
Sento di essere vicino al grande passo, ma non ho paura di morire. Vi confesso che sono sereno, mi sento in armonia con la mia coscienza e con gli abitanti del villaggio perché ho fatto sempre il mio dovere e svolto scrupolosamente tutti i miei compiti.
Una notte ho fatto un brutto sogno; anzi ho avuto una vera e propria visione: ho visto, come avvolto da un altissimo rogo, Tai Lung, il cattivissimo Tai Lung, eva
dere dal carcere dove lo avevo fatto rinchiudere venti anni prima per alto tradimento. Avevo avuto le prove che voleva impadronirsi della Pergamena del Drago. Lui voleva quella pergamena, dai grandi poteri, per dominare, non per proteggere il villaggio.
Era un sogno premonitore che mi obbligava a correre ai ripari.
Dovevo subito individuare e nominare il nuovo Guerriero Dragone a cui affidare la pergamena del drago.
Per questo ho convocato tutti gli abitanti del villaggio al Grande Palazzo di Giada. La nomina sarebbe avvenuta dopo il combattimento-esibizione tra i migliori discepoli del Maestro Shifu: i magnifici Cinque Cicloni, la squadra di Kung fu più famosa della Cina, composta dai Maestri Tigre, Gru, Vipera, Scimmia e Mantide.
Tutti, il maestro Shifu per primo, si aspettavano di vedere eletto uno dei Cinque Cicloni, anche se tutti e cinque meritavano di essere eletti Guerriero Dragone per bravura, generosità, spirito di servizio e coraggio.
E qui è avvenuto un “caso strano”; anzi, siccome “il caso non esiste”, un fatto strano.
Era caduto dal cielo, dopo le sue evoluzioni per entrare nel cortile del Palazzo, un Panda Gigante.
Tutti lo conoscevano: era Po, il figlio dello spaghettaro del villaggio.
Era sgraziato, impacciato e lento nei movimenti a causa della sua mole e del suo straripante pancione. Per tutti era l’esempio perfetto del classico imbranato.
Io invece, al primo sguardo, avevo sentito vibrare il mio vecchio cuore … Avevo percepito in lui le qualità del Guerriero Dragone.
Ho chiamato vicino a me Po; ho fatto disporre in cerchio gli abitanti del villaggio; ho imposto il silenzio assoluto e … tra lo stupore generale, ho nominato il Panda Gigante Guerriero Dragone!
Il più contrariato per quella nomina si è mostrato subito il maestro Shifu. Lui aveva preparato i Cinque eccellenti campioni, che il popolo ammirava, tutti degni di quella elezione. Si sentiva tradito.
La cosa che lo preoccupava maggiormente era che proprio a lui toccava il
compito di allenare l’eletto fino a portarlo alla perfezione di Maestro Dragone.
Era un’impresa impossibile: il Panda Gigante, con quel pancione, al massimo poteva fare da spettatore agli incontri di kung fu.
Il Maestro Shifu cercò di convincermi di aver sbagliato e di tornare sulla mia decisione.
Io per tutta risposta sono rimasto imperturbabile; non ho tenuto conto delle sue obiezioni, delle sue recriminazioni e nemmeno della grande delusione che vedevo nei volti dei suoi Cinque allievi. In verità anche gli abitanti del villaggio si mostravano molto perplessi.
Prima di sciogliere l’assemblea ho fatto pubblicamente e solennemente promettere al maestro Shifu di allenare e preparare Po ai suoi compiti e doveri di Guerriero Dragone.
L’ultima scena rimasta impressa nei miei occhi è stata quella del corteo che portava trionfalmente il Panda Gigante nel Palazzo di Giava.
Poi mi sono ritirato a meditare sulla rupe presso il grande albero di pesco già coperto di fiori.
Sapevo che mi avrebbero raggiunto il maestro Shifu e Po.
E lì, all’ombra del pesco, tutti e tre avvolti dal profumo dei suoi fiori, ho voluto donare i miei ultimi consigli al preoccupatissimo Shifu e al disorientato Panda Gigante.
E dolcemente, sotto i loro occhi, in un turbinio di petali rosa, il mio spirito è volato alto nel cielo.
Consigli di riflessione per i ragazzi.
Cos’è per noi la saggezza?
Come si capisce se una persona è saggia?
E’ difficile essere saggi?
Tutti si dimostrano delusi e preoccupati per la nomina di Po a Guerriero Dragone perché non lo ritengono all’altezza di un compito di tanta responsabilità:
Qual è il metodo giusto per giudicare una persona?
Che valore hanno allora le prime impressioni?
Consigli di riflessione per i genitori:
Come comportarsi prima di prendere una decisione?
Le decisioni che prendiamo nei riguardi dei figli riguardanti regole e comportamenti da seguire sono ponderate, chiare, precise negli obiettivi e soprattutto realizzabili?
Rimaniamo irremovibili? Quanto siamo disposti a “trattare” o a concedere a fronte di propositi e promesse da parte dei figli?
E se credessimo di più nella Provvidenza?
RIFLESSIONE RAGAZZI
1 commento
Invia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Ieri ho promesso a mia figlia che anche io, da casa, mi sarei impegnata e avrei partecipato al momento formativo. Pronta a mantenere la promessa, ho letto le prime tre domande “guida” di oggi destinate a noi genitori e tanto è bastato per far mettere in discussione alcune miei ferme convinzioni e per prendere atto della necessità di cambiare alcuni miei atteggiamenti e “modus operandi”. Nella Provvidenza credo fermamente ed è proprio nei momenti di sconforto che mi sono sempre abbandonata a Lei con fiducia; vorrei con pari fiducia trovare sempre i modi giusti per stabilire regole chiare e coerenti; per ora quel “sempre” è ancora un po’ lontano, ma il fatto di aver preso coscienza di questo credo sia comunque un buon inizio. Dunque, grazie per questo primo momento formativo!