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LOTTA CONTRO I CINQUE CICLONI, IL MAESTRO SHIFU E IL DRAGONE GUERRIERO PO

 

 

La parte più drammatica del racconto la affidiamo a Mark Osborne, uno dei registi del film.

“Compito che accetto più che volentieri.

Tai Lung, dopo vent’anni di durissima prigionia, era riuscito a fuggire dalla prigione, situata in un’immensa e profondissima caverna, legato mani e piedi, a travi di ferro con robuste catene. 

Era sopravvissuto a quel supplizio con l’ossessione di aver subito la più grande delle ingiustizie che gridava vendetta e distruzione.

Vendetta contro gli abitanti del villaggio, contro il Saggio Oogway che aveva osato eleggere un nuovo Guerriero Dragone, contro i Cinque Cicloni e persino, e soprattutto, contro il suo benefattore e Maestro Shifu che non lo aveva, a suo dire, difeso. 

Tutti erano responsabili! Tutti in sostanza gli avevano negato il diritto di possedere la Pergamena del Drago con i suoi poteri sovrumani e tutti dovevano morire! 

Tai Lung era guardato a vista dai Rinoceronti; carcerieri severi, forti e fidatissimi. Eppure … Era riuscito a liberarsi da quelle catene e a nascondersi sui monti per caricarsi di odio e sciogliere i muscoli intorpiditi dalla lunga prigionia. 

Un piccolo inserviente del carcere era corso ad avvertire il Maestro Shifu della fuga di Tai Lung e ad allertare il villaggio. 

Come difendersi? E soprattutto chi doveva difendere il villaggio? Toccava al nuovo Guerriero Dragone, al Panda Gigante Po, ma era ancora assolutamente impreparato per quello scontro. 

Gli abitanti del villaggio in pratica erano in balia di quel pazzo furioso. 

Il Maestro Shifu era affranto, deluso e distrutto dalla vergogna. Aveva amato quel mostro con l’amore del più tenero dei padri; e proprio quell’amore incondizionato gli aveva offuscato cuore e cervello tanto da non accorgersi, cosa che invece aveva fatto il Saggio Oogway, dei suoi malvagi piani di potere. 

Furono i Cinque Cicloni, Tigre in testa, a prendersi carico della difesa del villaggio; ne organizzarono l’evacuazione e corsero sui monti ad affrontare il nemico. 

Lasciamo i nostri eroi a combattere e torniamo al villaggio. 

Anche Po si era aggregato ai fuggitivi. La sua non era vigliaccheria, ma solo coscienza dei propri limiti, anzi peggio: era assoluta sfiducia in se stesso. 

Tra i fuggitivi Po aveva incontrato il padre putativo Mr Ping il quale, sempre fissato con la sua mania della spaghetteria, per convincerlo a tornare a quel lavoro gli parlò di una “speciale ricetta di spaghetti con ingredienti segreti”. 

Quella ricetta speciale avrebbe attirato, secondo lui, centinaia e centinaia di nuovi clienti. Sarebbero diventati ricchi senza nessuno sforzo perché quel suo progetto era di facile attuazione. E sottolineò il tutto con parole che scossero il nostro Panda: “ Per rendere una cosa speciale, devi solo credere che sia speciale! Non esistono ingredienti segreti”. 

Quella frase ebbe l’effetto di una folgorazione nella mente di Po. 

Quelle parole si potevano riferire perfettamente al suo stato d’animo pieno di dubbi e paure e capì che “doveva essere lui speciale; doveva essere lui a convincersi che non esistono qualità nascoste, (ingredienti segreti), che doveva essere lui per primo a credere in se stesso!”. 

Decise di tornare subito indietro, alla ricerca del Maestro Shifu.

Fu un incontro di resurrezione per i due: il Maestro Shifu convinse Po che era in grado di sconfiggere Tai Lung e Po si disse pronto a continuare i più duri degli allenamenti per essere degno di diventare Guerriero Dragone.

Abbiamo letto ieri il tipo di allenamento adottato con Po dal Maestro Shifu.

Torniamo dai nostri Cinque Cicloni alle prese con Tai Lung.

Tigre aveva affrontato da sola il mostro; non aveva voluto attendere i compagni per non sacrificarli in quel combattimento dal risultato scontato. E infatti Tai Lung stava per sopraffarla già dopo i primi colpi. 

Quando entrarono in azione Scimmia, Vipera, Gru e Mantide le sorti della lotta potevano prendere un’altra direzione e invece videro la morte in faccia perché quel mostro fece ricorso ad ogni forma di scorrettezza, compreso il colpo “paralizzante”, proibitissimo nel Kung fu. 

Solo Gru riuscì a scansarlo col vorticoso movimento delle sue ali. 

La lotta dei Cinque Cicloni era stata una lotta epica! Degna di passare alla storia come la lotta più incerta tra il Bene e il Male.

Restava ora solo il Maestro Shifu ad affrontare Tai Lung.

Mentre i Cinque Cicloni combattevano sulle montagne, il Maestro Shifu intanto aveva portato Po nella grande sala del Palazzo di Giada per consegnargli la Pergamena del Drago. Era lui il legittimo Guerriero Dragone eletto dal Saggio Oogway e a lui spettavano i poteri straordinari contenuti nella pergamena.

Po con quel tesoro tra le mani era rimasto confuso, non sapeva come comportarsi, temeva quasi di profanarlo. Poi cominciò a srotolare la pergamena lentamente, centimetro per centimetro, scrutando l’arrivo delle prime lettere. 

La srotolò fino in fondo; se la rigirò tra le mani da destra a sinistra, dall’alto in basso … 

La pergamena non conteneva nessuno scritto. Era vuota, completamente vuota, terribilmente vuota! Rifletteva solo il suo volto preoccupato, ma anche determinato.

Quell’oggetto non poteva donargli nessuna forza sovrumana!

Il Maestro Shifu allora decise di compiere lui l’ultimo tentativo di fermare Tai Lung.

Fu un combattimento tra giganti. Erano coinvolte due forze: quella bruta legata ai muscoli e quella fragile condizionata dai sentimenti. 

L’allievo non mostrò alcuna pietà verso il suo vecchio Maestro e Shifu non riuscì (o non volle?) mettere in atto tutti i colpi del suo repertorio. 

Era in pratica agonizzante quando Po impedì a Tai Lung di sferrare il colpo di grazia. Ora sapeva di essere lui diventato speciale. Aveva capito che i poteri straordinari non erano contenuti nella Pergamena del Drago, ma nella persona degna di meritarla. E quella persona era lui!

Po mostrò trionfante a Tai Lung, in segno di sfida, la pergamena che aveva tra le mani e si preparò al combattimento. 

Tai Lung gli si scagliò contro con furia scomposta; i suoi colpi si perdevano nell’aria, tutto teso com’era a strappare dalle mani di Po la Pergamena. Il Panda Gigante fece solo finta di difendere con tutte le forze quel rotolo che lui sapeva senza valore, e quando Tai Lung l’ebbe trionfante tra le mani, si godette lo spettacolo più tragicomico della storia. 

“Ora ho tra le mie mani il potere assoluto. Ora posso dominare su tutto e tutti. Ora posso vendicarmi dei venti anni di prigionia!” urlava istericamente invasato Tai Lung. E intanto andava srotolando la pergamena … come aveva fatto Po. 

Vide però riflesso il suo volto ridotto ad una maschera di odio. Con gli occhi sbarrati e offuscati di rabbia se la rigirò tra le mani in tutte le direzioni. E quando si rese conto che non conteneva nessuna formula magica, impazzì completamente sfogando tutto il suo furore contro il Panda e illudendosi di ridurlo in poltiglia.

Po invece assorbiva tranquillamente quei colpi crepando dalle risate. Proprio così, crepando dalle risate! Quei colpi si perdevano nel suo immenso e tanto bistrattato pancione come un banale solletico. Gli artigli del Leopardo affondavano nella sua pelliccia e sfioravano appena la sua pelle. 

L’umiliazione di Tai Lung raggiunse l’apice quando Po gli afferrò una zampa e gli spezzò un dito con la mossa segreta del “dito Wuxi” che gli fece esplodere il cervello. 

Per la cronaca era stata Mantide a svelare quel trucco a Po durante le sedute di agopuntura.

Ora Po, il Panda Gigante era di diritto Maestro di kung fu e legittimo Guerriero Dragone. 

La sua riconoscenza andava tutta al Maestro Shifu, a quel dolce severo Maestro che gli aveva insegnato i segreti del kung fu e della vita. 

Volò a cercarlo per dimostrargli tutta la sua gratitudine. 

Lo trovò disteso per terra che sembrava morto, finito dai colpi di Tai Lung. 

Invece stava riposando. Po gli si sdraiò accanto per godersi il “giusto riposo del guerriero”. 

E, “Dulcis in fundo”, come recita un vecchio detto latino, per non smentirsi e al termine di tante e tali avventure, le ultime parole che Po rivolse al Maestro Shifu furono “facciamo uno spuntino”?

Grazie per l’attenzione, ragazze e ragazzi e pure Staff e pure cuoche e cuochi che avete abbandonato per questi minuti il vostro prezioso lavoro. 

Questa storia lascia effettivamente una bella traccia nel cuore di tutti. 

Vi lascio con una personale confidenza: l’ha lasciata anche in me e in tutta la nostra troupe. Anche se, per il nostro lavoro, dovremmo essere vaccinati ad ogni emozione”. 

Consigli di riflessione per i ragazzi e per i genitori.

Oggi, prendendo spunto dalla frase “Per rendere una cosa speciale devi solo credere che sia speciale. Non esistono ingredienti segreti”, proponiamo un’unica riflessione, riferita alla Pergamena del Drago risultata vuota.

Una formula o frase magica, poteva trasmettere poteri sovrumani? Condizionare nel bene e nel male la vita di una persona?

Po aveva capito perfettamente che non è un pezzo di carta a rendere speciale una persona, ma è la persona che proprio per aver ricevuto la pergamena è speciale. 

Po aveva capito che non esistono ingredienti segreti, perché gli ingredienti nascono in natura e sono a disposizione di tutti. Tocca a noi conoscere pregi e difetti per saperli utilizzare nel migliore dei modi. 

E’ come per la nostra carta di identità. Riporta nome, cognome, data di nascita e luogo di residenza, ma noi non siamo la carta di identità, noi siamo altro. 

Io sono i valori in cui credo; io sono la forza di volontà che investo per raggiungere gli obiettivi che ho scelto e mi sono dato nella vita; io sono la mia capacità di dire no o sì, di capire ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, ciò che è bene e ciò che è male, di ascoltare la mia coscienza, di conoscere i miei diritti e i miei doveri, di saper accogliere, di perdonarmi e di perdonare, di sapermi rialzare quando cado, di non sentirmi superiore per le cose materiali che possiedo, di essere riconoscente anche per un solo bicchiere d’acqua ricevuto quando ho avuto sete e di essere generoso anche con un solo bicchiere d’acqua donato a chi ha sete. 

Io sono grande, io valgo quando, senza alcuno sforzo, so dire grazie.

Un pezzo di carta rimane un pezzo di carta. Io sono altro, molto altro, moltissimamente altro!

Po ha capito di essere un legittimo Guerriero Dragone quando ha creduto in se stesso, quando ha ascoltato il Maestro Shifu nei suoi consigli e nei durissimi allenamenti e, soprattutto quando ha capito che al Guerriero Dragone non erano dovuti gloria ed onori, ma solo richiesto coraggio e dedizione per assicurare agli abitanti del villaggio una vita serena e dignitosa.

Tai Lung si era fermato al pezzo di carta; aveva creduto alla magia del pezzo di carta, alla gloria ed al potere che quel pezzo di carta gli avrebbe assicurato. E aveva rinnegato quei valori fondamentali che ogni essere vivente deve possedere.

Tai Lung era diventato un pallone gonfiato, un enorme pallone gonfiato e con quella apparenza pretendeva imporsi. Non si era accorto di essere solo pieno d’aria fluttuante nel nulla. Era diventato tanto fragile che bastava uno spillo, un piccolissimo spillo per farlo scoppiare. 

Io, io, io e BUM!!! Sparito nel nulla. 

 

 

RIFLESSIONE RAGAZZI

1 commento

  1. Prima di tutto : GRAZIE.
    Questa mia riflessione prende spunto dai vari giorni e non da quest’oggi in particolare, e mi sento in primis di ringraziare per l’opportunità data a tanti ragazzi di Vivere un’esperienza così unica.
    In qualità di genitore questa settimana più di tutto ho invidiato ai ragazzi la temperatura della montagna molto più godereccia di quella in cui ci troviamo; per il resto ho cercato di riflettere perchè un genitore si forma, ogni giorno di più, da quando diventa genitore (in particolare una madre 9 mesi prima del padre), conscio del fatto che i figli rappresentano il dono più grande che si possa ricevere. E cerchi di conseguenza di fare il meglio, a volte anche sbagliando ma come in ogni esperienza della vita gli errori ci sono; l’importante è riuscire a riconoscerli per non commetterli di nuovo.
    Mi auguro di riuscire a far veramente capire ai miei figli, e per questo vi ringrazio, che la vs. frase “per rendere una cosa SPECIALE, devi credere che sia SPECIALE” è importantissima; ognuno di noi lo è e deve capire i doni che ha in sè, e poi ritengo abbia il dovere di usare quei doni per cercare di rendere migliore la vita di coloro che lo circondano, perchè se ognuno dona un qualcosa al prossimo il mondo non può che essere migliore.
    La cosa più complicata per tutti rimane capire quanta fatica si è disposti a fare perchè la vita non sempre è semplice e qui a volte sbagliamo noi genitori nel voler aiutare i figli a risolvere tutti i problemi, non lasciando invece a loro il compito di vivere la loro esperienza con la loro testa da adolescente senza influenzarli troppo.
    Perchè anche noi siamo stati adolescenti e dobbiamo ricordarcelo; ad ogni età una stessa scelta sarà fatta in modo diverso ed è giusto che si faccia per l’età che si ha, anche se il consiglio di chi ha più esperienza è giusto chiederlo. Ma ai miei figli dico anche che non è che tutti quelli che hanno i capelli grigi hanno la capacità di fornire le giuste dritte, bisogna sempre saper valutare chi si ha davanti.
    Nella vita la cosa più bella da fare è VIVERE (che sembra una frase ovvia ma proprio non lo è), e mi auguro che dal camp portino a casa anche questo messaggio perchè si vive stando con gli altri perchè sono le altre persone che ci possono arricchire e migliorare e aiutarci a crescere.
    Nascere nella parte fortunata del mondo non è cosa che pensiamo tutte le mattina quando ci alziamo ma ogni tanto è bene ricordarcelo perchè avendo già questa fortuna, dovremmo essere in grado ogni giorno di donare un sorriso, una carezza un abbraccio a chiunque.
    Grazie
    Filippo

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