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COSA VOGLIAMO PORTARE A CASA DA QUESTO CAMP?

 

La storia che ha guidato il momento formativo di questo camp si è sviluppata in un ambiente geografico e soprattutto in una civiltà lontanissima dalla nostra. 

Gli autori, gli sceneggiatori ed i registi hanno scelto i personaggi tipici della favola, quando cioè i personaggi in genere e i protagonisti in particolari sono gli animali, e li hanno “umanizzati” per trasmetterci una grande lezione di vita.

Noi vi suggeriamo, anzi vi raccomandiamo (questo vale anche per noi Staff e per i genitori) di fare un elenco delle qualità e dei valori in cui credono i nostri eroi e che anche noi dovremmo possedere, magari con il dovuto “allenamento” e “tempi” di apprendimento. I valori trasmessi dal Saggio Oogway e dal suo migliore allievo Maestro Shifu. 

E, per contrasto, cosa è necessario eliminare dal nostro carattere e dal nostro modo di comportarci per non rischiare di diventare dei piccoli Tai Lung.

Vi diamo qualche indicazione a mo’ di esempio, poi ognuno continuerà guidato dalla sua sensibilità:

Credere di avere in noi la forza di volontà necessaria per realizzare i nostri progetti di vita.

Per quanti aiuti possiamo avere dagli altri, gran parte del sostegno morale dobbiamo trovarlo in noi stessi.

Possiamo imparare qualcosa di positivo dalle persone sagge e di esperienza che incontriamo, solo se sappiamo “ascoltarle”.

Non possiamo vincere sempre, ma possiamo sempre dimostrare il meglio di noi stessi.

I valori dell’arte marziale si possono applicare alla vita di ogni giorno e sono: umiltà, rispetto, rettitudine, lealtà, fiducia, collaborazione.

Pensiamo che sia utile darvi qualche notizia sul pensiero filosofico, sociale e religioso del lontano Oriente. 

Abbiamo scomodato per questo due grandi saggi: Confucio e Gandhi. Uno Cinese l’altro Indiano.

Lo facciamo in modo semplice ed immediato attraverso alcune loro massime e preziosi consigli. 

Confucio: 551 – 479 a.C. 

“E’ meglio accendere una piccola candela che maledire l’oscurità”.

“Il saggio esige il massimo da sé, l’uomo da poco si attende tutto dagli altri”.

La vita di Confucio è avvolta nella leggenda. Sappiamo solo che fu determinante l’incontro con il grande saggio Lao-Tzu, il fondatore del Taoismo.

Con i suoi insegnamenti intendeva riformare la società più in senso politico e sociale che religioso.

Confucio, nei suoi insegnamenti, raccomandava ad ogni uomo di rapportarsi ai suoi simili con rispetto, cortesia, tatto, decoro e autocontrollo. 

Aveva un’attenzione particolare all’educazione dei giovani; li voleva virtuosi e ricchi dentro. Mai banali nelle loro scelte.

Divideva gli uomini in tre categorie: 

a) Saggi o uomini perfetti. 

b) Nobili o uomini superiori. 

c) Uomini comuni.

Non intendeva dividerli in classi sociali, ma stabilire una scala di relazione tra persone. Per lui il rispetto delle relazioni assicurava una giusta ed armoniosa vita sociale. 

“Nei rapporti con gli altri, diceva, è necessario rispettare la scala delle relazioni perché non si è mai sullo stesso piano. 

Chi sta più in basso deve rispettare chi è più in alto. E chi sta più in alto deve essere una buona guida per chi sta più in basso”.

Confucio voleva trasmettere con i suoi consigli: 

“Rispetto” non sottomissione passiva. Rispetto che deriva dall’esperienza che i più grandi hanno.

“Guida” non potere. Guida che deriva dalla responsabilità educativa che il ruolo impone.

Facendo salire la scala dalla famiglia e dai più giovani, salendo si trovano i fratelli e le sorelle più grandi, i genitori, i nonni, e i vari parenti.

E dopo la famiglia vengono gli amici più grandi, gli insegnanti, i responsabili della vita civile e le autorità in generale.

Per Confucio la società vive in armonia solo quando ognuno ricopre il proprio ruolo sulla scala delle relazioni.

Le relazioni si imparano in famiglia. La società deve essere una grande famiglia in cui chi sta più in alto è come un padre amorevole e chi sta più in basso è come un figlio rispettoso.

Nella famiglia l’ingrediente fondamentale deve essere l’amore.

Nella società il senso dell’umanità.

 

 

RIFLESSIONE RAGAZZI

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